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USA 2024Dagli insulti a Trump alla vicepresidenza: chi è JD Vance

16.07.24 - 11:06
Autore del bestseller "Elegia americana", paragonò il tycoon a Hitler. Ora è uno dei suoi più ferventi sostenitori
keystone-sda.ch / STF (ALLISON DINNER)
Dagli insulti a Trump alla vicepresidenza: chi è JD Vance
Autore del bestseller "Elegia americana", paragonò il tycoon a Hitler. Ora è uno dei suoi più ferventi sostenitori

MILWAUKEE - Il nome di JD Vance quale possibile vicepresidente era nell'aria ed è stato confermato nel corso della Convention repubblicana in corso a Milwaukee. Una scelta che, seppure pronosticata da molti, non era del tutto scontata.

Da dove arriva - Innanzitutto perché Vance è, per gli standard della politica di vertice statunitense (e non solo), molto giovane. È nato infatti il 2 agosto 1984 a Middletown, in Ohio. Cresciuto in Kentucky, ha servito quattro anni nei Marines e poi ha frequentato l'università nel suo stato d'origine e la scuola di legge a Yale. Vance è diventato famoso presso il grande pubblico grazie a un romanzo autobiografico, "Hillbilly Elegy" (tradotto in italiano come "Elegia americana"). Pubblicato nel 2016, racconta le difficoltà incontrate dalla classe operaia bianca americana. "Elegia americana" è diventato un bestseller e ne è stato tratto anche un film Netflix diretto da Ron Howard, con Glenn Close e Amy Adams.

Contro Trump - Grazie ai contenuti del suo memoir Vance è diventato un opinionista politico molto ricercato, specialmente all'epoca della sfida della campagna elettorale per la Casa Bianca del 2016. A quei tempi pendeva decisamente verso la candidata democratica, Hillary Clinton. Non solo: si era segnalato per alcuni tweet durissimi contro Donald Trump, accusandolo di aver commesso «violenze sessuali seriali» e di essere «una delle celebrità più odiate, malvagie e s...e degli Stati Uniti». In privato era arrivato a chiedersi se Trump fosse «l'Hitler americano».

Il cambio di rotta - Qualche anno dopo Vance ha tentato la carriera politica, candidandosi per un seggio al Senato in Ohio nel 2022. Con i Repubblicani. Risale più o meno a quest'epoca la "conversione" a fervente trumpiano. Sulla sua scelta hanno sicuramente pesato due fattori: il sostegno economico del co-fondatore di PayPal Peter Thiel (dichiaratamente schierato dalla parte dell'ex presidente) e la constatazione che, per avere la meglio su rivali con una base elettorale più solida e maggiore esperienza, ci sarebbe stato bisogno del sostegno di Trump.

Le pubbliche scuse - Il tycoon dichiarò all'epoca di essere a conoscenza delle critiche mosse da Vance (che ha provveduto a cancellare i tweet incriminati) ma concesse l'appoggio, trasformando così un acceso rivale in uno dei suoi più accaniti sostenitori. C'è voluta una pubblica ammissione di colpa («Come molte persone, ho criticato Trump nel 2016. Mi pento di essermi sbagliato su quell'uomo») e un allineamento alle posizioni trumpiane. Vance ha fatto di più: non solo ha detto che, se fosse stato al posto del vicepresidente Pence nel 2021, non avrebbe certificato l'esito delle elezioni. Nelle scorse settimane si è presentato a New York per manifestare il suo appoggio a Trump nel processo per i guai fiscali delle società del tycoon.

Le posizioni politiche - Gli analisti politici lo dipingono come un esponente dell'estrema destra conservatrice: fermamente contrario all'aborto, pronto a mettere il porno al bando, ha espresso la sua contrarietà agli aiuti economici all'Ucraina e, nel conflitto in corso nella Striscia di Gaza, è schierato saldamente dalla parte di Israele. In merito all'attentato di Trump avvenuto sabato in Pennsylvania, non ha esitato a chiamare in causa l'attuale presidente degli Stati Uniti: «Quello di oggi non è solo un incidente isolato. La premessa centrale della campagna di Biden è che il presidente Donald Trump è un fascista autoritario che deve essere fermato a tutti i costi. Questa retorica ha portato direttamente al tentato assassinio del presidente Trump».

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