«È un giorno glorioso, una seconda indipendenza che ora dobbiamo proteggere» ha detto durante la cerimonia.
DACCA - «Sosterrò, appoggerò e proteggerò la Costituzione», ha detto il premio Nobel per la pace, ottantaquattrenne, durante la cerimonia nel palazzo presidenziale, il momento culminante di un giorno storico per un Paese passato, in appena 72 ore, dall'orlo di una guerra civile a una transizione democratica, dal sangue per le strade alla speranza di avere pace e stabilità.
Pochi giorni fa era in vacanza in Francia, ora è stato richiamato in patria con il compito di guidarne il governo per i prossimi 90 giorni e indire nuove elezioni democratiche.
«È un giorno glorioso, una seconda indipendenza che ora dobbiamo proteggere», ha detto abbracciando il percorso fortemente voluto dai due soggetti protagonisti di questa rivolta vittoriosa: le organizzazioni studentesche e le forze armate.
Non a caso, ad accogliere il premio Nobel per la pace del 2006, all'aeroporto internazionale della capitale, sono stati i vertici delle tre forze armate e i leader del movimento degli studenti in grado con la loro fortissima mobilitazione, durata settimane, di cacciare in India l'odiata ex premier Hasina, al potere da circa 15 anni. Fuori ad aspettarlo una folla festante, come riferisce la stampa locale: «Penso che sarà in grado di ripristinare la democrazia» ha commentato un ragazzo in lacrime. «Sono sicuro che ricostruirà il nostro Paese», ha aggiunto euforico un venditore ambulante.
E Yunus, l'economista visionario che grazie al suo microcredito salvò dalla fame milioni di suoi connazionali, è stato subito all'altezza delle aspettative. In una toccante conferenza stampa nello scalo di Dacca ha subito reso omaggio alla rivolta dei giovani. In particolare ha citato Abu Sayeed, uno studente di 25 anni ucciso dalla polizia durante una protesta a Rangpur il 16 luglio.
Poi si è rivolto al popolo del Bangladesh come a «una grande famiglia», ma allo stesso tempo ha condannato gli ultimi due giorni di violenza nei confronti delle minoranze religiose del Paese. «Il mio primo obiettivo è proteggere il paese dal disordine, dalla violenza in modo che possiamo seguire il percorso che i nostri studenti ci hanno mostrato. Non possiamo andare avanti - ha sottolineato - se non risolviamo la situazione dell'ordine pubblico».
Quello sulla necessità di tutelare le minoranze religiose, è un chiaro messaggio di attenzione all'India, molto preoccupata dai continui attacchi alla comunità indù in Bangladesh. Tanto che a caldo, pochi minuti dopo il giuramento, il presidente Modi, ha subito benedetto il nuovo premier: «I miei migliori auguri al professor Muhammad Yunus per l'assunzione delle sue nuove responsabilità. L'India - ha scritto Modi su X - è impegnata a lavorare con il Bangladesh per soddisfare le aspirazioni condivise di entrambi i nostri popoli per la pace, la sicurezza e lo sviluppo».