Conferenza stampa surreale e grottesca dell'ex presidente, che ha accusato la rivale: «Distrugge tutto ciò che tocca».
WASHINGTON - «Il caro prezzi? Tutta colpa di Kamala, una estremista di sinistra che distrugge tutto ciò che tocca». Per lanciare l'attacco alla sua rivale sul terreno dell'inflazione, uno dei temi più sentiti dagli elettori, e del suo silenzio con i media, Donald Trump ha convocato una nuova conferenza stampa che ha toccato livelli grotteschi e surreali.
Accanto ad una montagna di prodotti alimentari come in una televendita, tra cereali, biscotti e mentine, il tycoon ha tenuto un monologo da comizio per quasi un'ora nel suo resort di Bedminster, New Jersey, prima di concedersi alle domande di una folla di reporter che non hanno avuto il coraggio di protestare. E, dopo aver tentato di seguire il copione, snocciolando noiosamente i dati che gli aveva preparato il suo team, ha improvvisato il suo solito show infarcendolo di menzogne, insulti e addirittura toni messianici. Come quando ha rievocato l'attentato cui è sopravvissuto: «È stato un miracolo e Dio ha qualcosa a che fare con esso. Forse è perchè voleva che salvassimo il mondo». Un mondo dove ha promesso di riportare "pace e stabilità", senza spiegare come.
Poi le bordate contro Kamala Harris, paragonata al presidente venezuelano Nicolas Maduro con lo spettro di un'America comunista come ai tempi del Maccartismo, ma presa di mira anche sul piano personale. E a chi gli ricordava che la sua stessa campagna gli ha consigliato di attaccare la rivale solo sui temi politici, il tycoon ha risposto dicendo di dover fare «a modo mio». «Penso di aver diritto agli attacchi personali" a Harris, "per quello che ha fatto al Paese, per aver usato la giustizia contro di me e altri". "Non ho molto rispetto per lei e per la sua intelligenza», ha detto, aggiungendo che anche lei fa attacchi personali. "Chiama me e Vance bizzarri (weird), ma i bizzarri sono lei e il suo vice Walz", ha proseguito, mostrando di aver accusato il colpo. Quindi l'ha accusata di sottrarsi alla stampa: "la sua campagna la sta nascondendo come è successo con Biden perchè è palesemente incompetente". Quella di Harris potrebbe essere invece una scelta tattica, in attesa di definire meglio le sue posizioni e la sua agenda, tant'è che ha già promesso un'intervista entro fine mese, dopo la convention di Chicago.
Il tycoon invece corre il rischio di una sovraesposizione con i suoi frequenti tentativi di rubare i riflettori dal crescente successo del tandem democratico: in una settimana ha tenuto due conferenze stampa fiume e un colloquio straripante con Elon Musk su X, ma alla fine è sempre lo stesso disco rotto, a tratti farneticante o "pulp". Trump ha anche ribadito la linea dura contro il "Green Deal" e i sussidi per le auto elettriche. Con buona pace del suo amico Elon Musk, che gli ha dato l'endorsement e offerto la sua piattaforma social per sostenerlo.
Perdendo terreno nei sondaggi, con un vice visto negativamente dagli americani (a differenza di Walz), il tycoon tenta di imprimere una svolta alla campagna ingaggiando alcuni dei suoi veterani, tra cui il controverso Corey Lewandowski, che nel 2021 aveva perso ogni incarico ufficiale dopo essere stato accusato di molestie dalla moglie di un donatore repubblicano. Intanto nomina anche i suoi due figli maggiori Eric e Donald Jr nel transition team, il gruppo di persone che si occupa della transizione dei poteri dopo le elezioni.