L'elezione tra Kamala Harris e Donald Trump si giocherà su margini molto ridotti. E ci potrebbero volere diversi giorni per i risultati
WASHINGTON D.C. - Quattro anni fa, nel 2020, ci vollero cinque giorni per dichiarare Joe Biden vincitore. Nell'ormai lontano 2000, che vedeva opposti l'allora governatore del Texas, George W. Bush, e il vice presidente uscente Al Gore, la contesa rimase sospesa per oltre un mese, dal 7 novembre al 13 dicembre successivo quando, dopo un riconteggio delle schede in Florida - infine conquistata dal candidato repubblicano per sole 537 schede - deciso dalla Corte suprema, fu il primo a prevalere e a prendersi le chiavi della Casa Bianca. Tutto questo per porre una semplice domanda: quando conosceremo i risultati dello scontro tra Kamala Harris e Donald Trump?
Inutile dire che non è possibile dare una risposta esatta. Ma considerando il ritmo della corsa, che dopo lo slancio iniziale dato dal cambio in corsa tra il presidente uscente e la sua vice ha assunto un equilibrio tale da farla sembrare sempre più come il lancio di una moneta, è molto probabile che serviranno diversi giorni dopo la chiusura dei seggi per conoscere il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti.
Vale la pena però soffermarsi su quali saranno i fattori e i momenti da tenere d'occhio. A partire dal voto anticipato, che ha fatto segnare già numeri imponenti. Quasi 30 milioni di americani hanno infatti già depositato la propria scheda nelle urne. Complessivamente, ci sono circa 244 milioni di americani che possono votare. E se torniamo indietro di quattro, le schede conteggiate furono 162 milioni. Un'affluenza pari al 66.6%, la più alta da oltre un secolo fino a quel momento.
La notte elettorale, passo dopo passo
La maggioranza degli elettori si recherà però alle urne il prossimo 5 novembre, ovvero durante il cosiddetto election day. Ed è solo quando si chiudono i seggi di un determinato Stato, in genere attorno alle 18-19 locali, che il conteggio dei voti ha inizio. Questo significa che mentre in Alaska e nelle Hawaii si starà ancora votando, sulla east coast sarà già partito lo scrutinio. Facendo un poco di ordine: tra i primi a chiudere ci saranno il Kentucky e l'Indiana. Un'ora dopo, alle 19 della costa orientale, sarà il turno della Georgia, seguita, mezzora dopo, da un altro swing state, il North Carolina.
Solo dopo le 20 locali, quindi nel pieno della notte europea, alcuni Stati inizieranno a dichiarare chi si sarà aggiudicato i suoi grandi elettori. Ed è in quelle ore, con la situazione degli stati in bilico, che si tingeranno progressivamente più di blu o di rosso, e la chiusura degli ultimi seggi, che la cartina della cosiddetta "road to 270" inizierà a determinarsi con maggiore chiarezza. Ma, come detto, per un quadro definitivo serviranno giorni.