Dopo il clamoroso ritiro del controverso Matt Gaetz dalla nomination per la Giustizia, la posizione più traballante è ora quella di Hegseth
PARIGI - Donald Trump continua a riempire le caselle del suo governo ma, come in uno di quei giochi ad incastro per bambini, non appena inserisce un pezzo ne cade un altro.
Dopo il clamoroso ritiro del controverso Matt Gaetz dalla nomination per la Giustizia, la posizione più traballante al momento è quella di Pete Hegseth, il contestato candidato alla guida del Pentagono sul quale ogni giorno spunta uno nuovo scandalo. Prima le accuse di aver aggredito sessualmente una donna nel 2017, poi lo scoop del New Yorker secondo il quale l'ex anchor di Fox news sarebbe stato cacciato da due organizzazioni di veterani per corruzione, ubriachezza molesta e comportamenti sessisti.
Adesso è arrivato Vanity Fair con un'esclusiva imbarazzante sui numerosi tradimenti di Hegseth nei confronti della prima moglie, almeno cinque relazioni extraconiugali che hanno contribuito al naufragio del suo matrimonio. Una somma di eventi compromettenti che non sono piaciuti ad almeno quattro o cinque senatori repubblicani tanto che un pezzo grosso della Camera Alta, e fedelissimo di Trump, Lindsey Graham, ha parlato di "accuse disturbanti" e ha avvertito che la conferma potrebbe essere "difficile".
Il veterano tira dritto e sostiene di avere ancora la fiducia del presidente eletto. "Mi ha detto di continuare ad andare avanti, di continua a combattere. Perché dovrei tirarmi indietro? Sono sempre stato un combattente", ha dichiarato. Ma, secondo i media americani, il tycoon starebbe valutando di sostituirlo con il governatore della Florida, Ron DeSantis, che sarebbe aperto all'ipotesi.
Tra le alternative ad Hegseth, ci sarebbe anche la 54enne senatrice dell'Iowa Joni Ernst, ex ufficiale della Guardia Nazionale che ha servito anche in Kuwait durante la guerra in Iraq. Per un nominato in crisi, un altro ha deciso di lasciare prima ancora di iniziare il procedimento di conferma. Lo sceriffo della contea di Hillsborough, in Florida, Chad Chronister, si è ritirato dalla corsa per diventare capo della Drug Enforcement Administration (Dea). Pare che sia stato Trump a chiedergli di farsi da parte dopo le critiche dei supporter ultra religiosi che contestavano allo sceriffo di aver arrestato un pastore nel 2020 per aver violato le norme anti-lockdown servendo messa.
Le altre nomine di rilievo delle ultime ore sono l'ex commissario della Sec Paul Atkins alla guida dell'agenzia; l'imprenditore, pilota, astronauta e filantropo, Jared Taylor Isaacman, a capo della Nasa; l'ex soldato ed ex consigliere politico del vice presidente Jd Vance, Paul Driscoll, segretario dell'esercito; Adam Boehler, che ha lavorato come negoziatore degli Accordi di Abramo nella prima amministrazione, inviato speciale per gli ostaggi, con il grado di ambasciatore; Il falco dei dazi contro la Cina Peter Navarro come 'senior counselor' per il commercio e la produzione manifatturiera. Il presidente eletto ha poi confermato Michael Whatley alla guida del Comitato nazionale repubblicano.
Sul fronte democratico crescono le polemiche per la grazia concessa da Joe Biden al figlio Hunter. Il primo big del partito a prendere nettamente le distanze dalla decisione del presidente è il governatore della California Gavin Newsom, le cui ambizioni verso la Casa Bianca nel 2028 non sono un mistero. "Con tutto quello che hanno passato il presidente e la sua famiglia, capisco perfettamente l'istinto di proteggere Hunter. Ma ho preso il presidente in parola. Quindi sono deluso e non posso supportare la decisione", ha detto.