L'attacco del segretario di Stato americano Antony Blinken al ministro degli Esteri russo durante il summit dell'Osce
LA VALLETTA - Non era cominciata bene la giornata del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov al vertice Osce (con alcune delegazioni europee, tra cui le delegazioni dei paesi baltici e della Polonia, che hanno lasciato la sala non appena ha preso parola) ed è finita non meno bene con le parole che il segretario di Stato americano Antony Blinken gli ha rivolto: «Siamo stati colpiti da uno tsunami di disinformazione da parte di Sergei Lavrov, ma non lasciamo che le sue parole ci ingannino. Qui non si parla di sicurezza della Russia ma del progetto imperiale della Russia che mira a cancellare l'Ucraina dalle cartine geografiche», ha affermato il capo degli Esteri statunitense.
Ma cosa ha fatto indispettire Blinken? Sicuramente quando Lavrov ha dichiarato che «l'Osce esiste solo con la regola del consenso e oggi questo consenso non c'è più. Oggi l'Osce è vittima della politica di Washington che ne vuole prendere il controllo. A Washington ormai soggiogare la Nato non basta più, ormai vuole controllare l'Ue e l'Osce, vuole estendere il suo controllo sul Pacifico, sul Golfo di Taiwan e sulla penisola di Corea», ha detto Lavrov.
Ma anche le parole del ministro russo sul massacro di Bucha per opera dell'esercito di Putin non ha contribuito a mitigare i toni del segretario di Stato americano. «In questo contesto - ha proseguito Lavrov - si continuano a sentire menzogne dall'inizio della guerra in Ucraina sino ad oggi come quando a Bucha (Ucraina) i cadaveri vennero posizionati a favore delle telecamere della Bbc (l'emittente pubblica britannica), l'Ucraina ha mentito e continua a mentire sulle reale andamento della guerra», ha aggiunto Lavrov.
A stretto giro di parole, gli ha risposto il ministro degli esteri ucraino Andrij Sybiha. «Quando la Russia dice di voler parlare di pace mente, guardate le loro azioni: continuano a bombardare civili e minacciare una catastrofe nucleare. Queste azioni richiedono risposte, dobbiamo portare la Russia ad accettare la pace, con la forza e non con l'acquietamento. L'abbiamo visto il loro piano di pace a Bucha e a Mariupol, non possiamo permetterci di credergli. La Russia vuole una seconda Yalta, vuole il ritorno delle zone di influenza, non possiamo cedere al loro inganno» ha sottolineato Sybiha durante il suo discorso.
Il diverbio dialettico è proseguito anche quando ancora il segretario di Stato americano Blinken ha rievocato alcune dichiarazioni di Putin del 2014: «Il presidente disse che il popolo della Crimea e il popolo ucraino erano parte del popolo russo. Nel 2021 in un articolo accademico Putin sottolineò che l'Ucraina è uno stato artificiale e che un giorno dovrà essere riunito alla madre Russia. Questo è quello che pensa la Russia, è con questo che dobbiamo confrontarci», ha aggiunto Bliken.