Il presidente francese rientrerà questa sera da Varsavia. E due giorni fa aveva annunciato una nomina «entro 48 ore»
PARIGI - Il presidente francese, Emmanuel Macron, è atteso oggi a Varsavia per discutere con le autorità polacche il rafforzamento del sostegno all'Ucraina nella prospettiva di negoziati di pace. Al suo ritorno stasera a Parigi potrebbe nominare il nuovo primo ministro, dopo che due giorni fa aveva annunciato che lo avrebbe fatto «entro 48 ore».
I nomi che circolano sono sempre quelli del centrista François Bayrou, dei ministri del governo dimissionario Sébastien Lecornu e Catherine Vautrin, dell'ex premier e dell'ex socialista Bernard Cazeneuve.
Mentre socialisti e comunisti sembrano i più disponibili nella gauche ad una nomina di un esponente del cosiddetto «blocco di centro», decisamente ostile si è confermata anche stamattina la leader dei Verdi, Marine Tondelier: «Macron faccia uno sforzo per uscire dalla sua 'comfort zone' - ha detto a France 2 - noi vogliamo come premier qualcuno di sinistra ed ecologista. Bayrou non è né una cosa né l'altra». Quanto a Cazeneuve, «non può rappresentare» il Nuovo Fronte Popolare (NFP) della gauche: «I nomi che abbiamo visto, rivisto e corretto sono il passato - ha sottolineato - io voglio che ci si proietti verso il futuro».
Il socialista leader del movimento Place Publique, Raphael Glucksmann, ritiene che «i nomi che circolano siano per lo più al centro del sistema macroniano dal 2017», ma quello di Cazeneuve, «che non è al potere dal 2017» rappresenterebbe «un'evoluzione della politica» e «un segnale molto più che positivo». Sembra insanabile la spaccatura in seno al Nuovo Fronte Popolare tra La France Insoumise (LFI) e i socialisti.
Glucksmann accusa il partito di Jean-Luc Mélenchon di «voler creare le condizioni per delle presidenziali anticipate», Mélenchon continua a rimproverare ai socialisti di «distruggere» il NFP aprendo la strada a un accordo programmatico minimo con il centro e la destra per evitare la sfiducia al prossimo governo, il cosiddetto «accordo di non sfiducia» raggiunto due giorni fa nella riunione all'Eliseo fra Macron e i leader dei partiti escluse le estreme.