Lo scopo? Evitare ulteriori pandemie. «Si tratta di quando, non di se, si verificherà la prossima»
WASHINGTON - Sollecitare l'Organizzazione mondiale della sanità affinché faccia chiudere i mercati di animali vivi per prevenire ulteriori pandemie. È questo il senso della richiesta di Peta (People for the ethical treatment of animals), l'organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali, che lancia una campagna di questo tipo a livello mondiale affinché «le malattie mortali trasmesse da animali vengano eliminate alla fonte».
Oltre alle richieste delle affiliate all'organizzazione, Peta Stati Uniti ha inviato una lettera al direttore generale dell'Oms mettendo in evidenza come «i mercati stipati di animali malati e stressati siano terreno fertile per le malattie mortali».
«Si tratta di quando, non di se, si verificherà la prossima pandemia, fino a che i mercati di animali vivi possono continuare a mettere in pericolo sia gli esseri umani che altri animali - ha affermato la fondatrice di Peta, Ingrid Newkirk - Peta sta esortando l'Oms a fare il passo di buon senso e chiedere la chiusura di queste attività pericolose».
Secondo l'organizzazione animalista, «oltre a comportare un alto rischio di contaminazione da agenti patogeni, tra cui e-coli, campylobacter e salmonella, la carne non contiene fibre ed è ricca di grassi saturi, colpevoli di ostruire le arterie, e colesterolo. Ogni persona che diventa vegana riduce il proprio rischio di sviluppare malattie cardiache, obesità, cancro, ictus e numerosi altri problemi di salute, e salva ogni anno quasi 200 animali da una vita di sofferenza e da una morte terrificante».