A rischio 16mila posti di lavoro tra diretti e indiretti
CANBERRA - Virgin Australia, la seconda compagnia aerea del paese dopo la Qantas, è entrata oggi in amministrazione volontaria dopo che il governo di Canberra ha una volta ancora escluso un piano di salvataggio, respingendo l'ultima richiesta di un prestito di 1,4 miliardi di dollari australiani (862 milioni di franchi) come parte di un più ampio piano di salvataggio del settore.
Il board degli azionisti internazionali dell'aerolinea ha nominato come amministratori quattro alti funzionari dello studio contabile Deloitte, assicurando che continuerà a operare la sua rete minima di voli nazionali e internazionali.
Il drammatico sviluppo mette in ancora più dubbio 16'000 posti di lavoro tra diretti e indiretti, oltre al carico di un miliardo di dollari australiani (616 milioni di franchi) in biglietti prepagati. L'aspettativa del governo sembra essere che una volta estinta la proprietà straniera possa emergere dall'amministrazione volontaria come vettore domestico ridimensionato e low cost per quando i cieli si apriranno dopo la pandemia di Covid-19.
La compagnia, rimasta quasi del tutto a terra dal 25 marzo a causa del coronavirus, ha visto il flusso di cassa crollare a causa delle severe restrizioni ai viaggi ed è oberata da un debito di miliardi di dollari. Ha già ridotto l'80% della forza lavoro diretta e ha annunciato mille licenziamenti nelle ultime settimane.
L'amministratore delegato di Virgin, Paul Scurrah, rimarrà presso la compagnia per "lavorare a stretto contatto con membri del team, con fornitori e partner, durante l'intero processo". "In 20 anni, il gruppo Virgin Australia ha guadagnato un posto chiave nel tessuto dell'industria turistica australiana", ha dichiarato.
"Diamo lavoro a oltre 10'000 persone e altre 6'000 indirettamente. Voliamo verso 41 destinazioni tra cui le principali città e comunità regionali, abbiamo più di 10 milioni di membri del nostro programma di fedeltà Velocity e contribuiamo ogni anno con circa 11 miliardi di dollari all'economia australiana. L'Australia ha bisogno di una seconda compagnia aerea e siamo determinati a continuare a volare".
Il crollo della Virgin solleva la prospettiva di un monopolio della Qantas sulle maggiori rotte australiane, come è avvento dopo il collasso di Ansett Airlines nel 2002, che risultò in netti aumenti di prezzo.