Il governo locale ha disposto misure più prudenti rispetto a quelle prese a livello nazionale
LONDRA - La Scozia si allinea solo in parte alla prossima tappa verso l'alleggerimento del lockdown formalizzata ieri a partire dal 4 luglio per l'Inghilterra dal governo Tory britannico di Boris Johnson sul fronte dell'emergenza coronavirus.
Lo ha annunciato oggi la prima ministra locale Nicola Sturgeon, indicando un percorso più cauto per il territorio scozzese in forza dei poteri della devolution.
Il percorso, illustrato all'assemblea parlamentare di Edimburgo, prevede una riapertura di pub e ristoranti dal 6 luglio limitata a chi dispone di spazi all'aperto, il via libera ai negozi non essenziali (già in vigore da giugno in Inghilterra) rinviato al 13 luglio e la possibilità d'incontrarsi in casa fra due nuclei familiari diversi dal 15.
Sturgeon, leader indipendentista dell'Snp, ha ammesso che si tratta di un percorso "più lento rispetto all'Inghilterra, ma giusto date le circostanze" locali. Ha poi confermato che la Scozia - come il Galles e l'Irlanda del Nord - mantiene per ora l'indicazione generalizzata del distanziamento di 2 metri.
Ieri Johnson aveva invece annunciato per l'Inghilterra la riapertura dal 4 luglio di hotel, ristoranti, caffè, pub, cinema e parrucchieri "covid-secure": ossia in grado di garantire una distanza minima interpersonale ridotta ad almeno un metro e le precauzioni d'igiene necessarie, pur mantenendo i 2 metri consigliati dove si può. Aveva inoltre autorizzato dalla stessa data teatri e sale concerto a riprendere l'attività dopo oltre tre mesi di lockdown, ma senza spettacoli dal vivo. Lasciando viceversa "per ora" chiusi i nightclub, le discoteche, le palestre e i centri estetici.