Il pacchetto da 9 miliardi è stato approvato dalla stragrande maggioranza degli azionisti
BERLINO - Lufthansa può contare sul piano di aiuti da 9 miliardi concordato col governo tedesco: gli azionisti hanno infatti approvato la partecipazione statale del 20%, unico ordine del giorno di un'assemblea generale straordinaria, il cui esito non era affatto scontato.
Nei giorni scorsi, il principale azionista, Heinz Hermann Thiele, aveva attaccato l'ingresso dello Stato nella società, facendo pressione per riaprire il negoziato, con la minaccia di un voto contrario. Il semaforo verde, arrivato in serata, col 98% dei voti a favore del pacchetto, è stato accolto quindi con grande soddisfazione dal ceo Carsten Spohr: "La decisione dei nostri azionisti procura a Lufthansa la prospettiva di un futuro di successo. A nome dei nostri 138 mila dipendenti, vorrei ringraziare il governo e gli esecutivi dei Paesi delle nostre altre compagnie, per la volontà di stabilizzarci. Siamo consapevoli della nostra responsabilità e ripagheremo i 9 miliardi ai contribuenti il prima possibile". All'inizio dell'incontro di oggi, a Francoforte, era stato proprio lui a rivolgere un deciso appello agli azionisti, chiedendo un voto favorevole "per salvare" la compagnia. E questo a poche ore dall'ok dell'Antitrust a Bruxelles ai 6 miliardi previsti per la ricapitalizzazione.
"Il pacchetto di stabilizzazione è la strada migliore per tutti - aveva affermato - per i clienti, per i dipendenti e per voi azionisti". In un momento "storico" per la società, che usciva dai tre anni di maggiore successo della sua storia, prima di finire travolta dalla crisi provocata dalla pandemia, il ceo ha chiesto di prendere atto della realtà: "Lufthansa sarà più piccola in futuro, con cento aerei in meno". Le conseguenze di questa crisi avranno effetti negativi, con cui si dovranno fare i conti per anni, e un rapido ritorno ai livelli pre-pandemici non è affatto in vista, dal momento che secondo i vertici della compagnia di bandiera tedesca il traffico aereo non riprenderà velocemente i ritmi di prima. Nessuno, però, ha intenzione di rinunciare agli alti standard di qualità, ha rimarcato: "difenderemo la leadership in Europa", e Lufthansa "non deluderà" i suoi azionisti.
Stando al delegato al personale Michael Niggemann, inoltre, si potranno raggiungere i livelli pre-crisi già nel 2022. Anche l'analisi del presidente del consiglio di sorveglianza, Karl Ludwig Kley, il primo a intervenire in mattinata, era stata molto chiara sulla gravità della situazione attuale: "non abbiamo più soldi. Viviamo delle riserve messe da parte nei tempi buoni. Senza sostegno rischiamo l'insolvenza nei prossimi giorni". Kley ha anche sottolineato che il piano negoziato col governo tedesco non sarà comunque la soluzione del problema: "servirà a guadagnare tempo, e la compagnia dovrà essere ristrutturata". Argomenti che hanno fatto breccia nel dissidente, il proprietario del gruppo Thiele, produttore di catenine di acciaio, e che col 15,5% delle azioni Lufthansa avrebbe potuto bloccare il salvataggio della gru.