Il primo ministro francese vuole tornare ai livelli pre-coronavirus, creando almeno 160'000 posti di lavoro
L'investimento a medio termine ruota attorno a tre priorità: transizione ecologica, competitività delle imprese e coesione sociale.
PARIGI - Il governo francese ha presentato oggi i dettagli del piano di rilancio da 100 miliardi di euro in 2 anni che ha l'obiettivo di una ripresa dell'economia duramente colpita dalla crisi sanitaria, preparando la Francia del 2030.
«Questo piano non si limita a curare le ferite della crisi - ha detto il primo ministro Jean Castex in un'intervista a Le Figaro - ma prepara il futuro». In totale, saranno iniettati nell'economia nazionale 100 miliardi di euro in due anni, per far fronte a una contrazione prevista nell'11% quest'anno a causa dell'epidemia di coronavirus e del lockdown deciso in primavera.
L'obiettivo è tornare nel 2022 al livello di attività precedente la crisi e cominciare a veder calare la disoccupazione, quantificata in 800'000 posti di lavoro in meno solo quest'anno. Castex ha detto di «sperare» che il piano creerà nel 2021 almeno 160'000 posti di lavoro.
Dopo i 460 miliardi di euro di sostegno d'emergenza già smobilitati per il piano di sostegno urgente all'inizio della crisi, questo piano di rilancio da 100 miliardi di euro rappresenta un investimento a medio termine che ruota attorno a tre priorità: transizione ecologica, competitività delle imprese e coesione sociale.
Trenta miliardi di euro, ha spiegato il governo, saranno consacrati alla trasformazione «verde» dell'economia, un'«accelerazione senza precedenti». Ai trasporti andranno 11 miliardi di euro, 4,7 dei quali per le ferrovie SNCF a sostegno del trasporto merci, delle linee di dimensioni più piccole e dei treni notturni.
Circa 7 miliardi di euro andranno al rinnovamento energetico degli edifici mentre per rilanciare l'industria sui territori il piano punta sul miglioramento della competitività delle imprese, con un pacchetto dedicato di 35 miliardi di euro, 20 dei quali per l'abbassamento delle imposte di produzione.
Il resto andrà al sostegno dei fondi delle imprese che la crisi ha colpito di più, all'aiuto per la «rilocalizzazione» di attività migrate all'estero e all'innovazione in settori chiave per il futuro, come l'intelligenza artificiale e il calcolo quantico.
Nel piano non vengono dimenticati i nuclei familiari, in particolare i più modesti e quelli che hanno fatto registrare perdite di posti di lavoro, con lo sblocco di 35 miliardi di euro per la «coesione sociale e territoriale».
Quindici miliardi saranno dedicati a misure per l'occupazione, 6,7 dei quali già annunciati in estate per i giovani e 6,6 per il pacchetto dedicato al part-time di lunga durata. A tutto questo si aggiungono 6 miliardi di investimenti nel settore ospedaliero e la rivalutazione degli aiuti alla ripresa scolastica e agli enti locali.