Gli analisti prevedono un avvio di settimana positivo dopo la notizia della vittoria di Biden
NEW YORK - Una pausa per prendere fiato e poi una nuova ripartenza. Con calma e pazienza, come quella mostrata dal presidente in pectore Joe Biden di fronte alla resistenza di Donald Trump.
Così la maggioranza degli analisti descrive la fine dell'ultima settimana di Borsa e le prospettive per l'avvio della prossima, fatte salve ovviamente tensioni particolari negli Usa per ora scongiurate anche con la "chiamata" dell'eletto.
Le stime si basano anche sul fatto che nella settimana delle elezioni presidenziali Wall Street ha realizzato il miglior rally da aprile: dal 3 novembre, quando sono emersi i risultati con i mercati che hanno guardato ai dati e non alle interpretazioni dei candidati, l'indice S&P 500 è cresciuto del 6% complessivo a 3'509 punti, riavvicinando il massimo storico a quota 3'583 del 2 settembre scorso.
Ancora meglio ha fatto il tecnologico Nasdaq, in aumento nelle quattro sedute dell'8,5% a 11.892 punti contro il massimo storico sempre del 2 settembre a 12.056. I settori previsti in crescita nell'economia reale e per una volta con una corrispondenza sui listini azionari sono quelli legati alle speranze di ripresa nonostante l'emergenza Covid, quindi i comparti più ciclici, le aziende dell'economia green e le 'big tech', anche perché diminuiscono i rischi di dover procedere a vendite di attività sulla spinta dell'offensiva iniziata da Trump.
I mercati guardano al programma del candidato democratico di rafforzamento del welfare, delle tasse sui redditi personali e sulle società anche per alimentare i programmi di prevenzione sanitaria. Tutti temi che dipenderanno dagli equilibri soprattutto del Senato, con le elezioni che non hanno sancito l''Onda blu' democratica che alcuni sondaggi disegnavano.
E la mancanza della 'Blue wave' è il punto più guardato dagli operatori dei mercati valutari: senza una chiara e forte maggioranza Biden non potrà fare particolari interventi di spesa pubblica, un freno che dovrebbe tradursi in minor deficit e minori emissioni di titoli di Stato rispetto a quanto previsto, con il risultato finale di tassi e dollaro più stabili. La moneta verde, in vista di un avvio tranquillo dei mercati di lunedì, nell'ultima settimana ha infatti progressivamente contenuto la sua discesa, dopo aver perso circa l'1,8% sull'euro nei quattro giorni post voto. La promozione alla prossima presidenza Usa sostanzialmente è venuta e gli analisti confermano il trend positivo fino a fine anno, nonostante i tempi incerti per la proclamazione e l'insediamento.
Ed è confermata anche dalle Borse europee, con l'indice Euro stoxx 600 che nelle ultime quattro sedute è salito complessivamente del 5,3% e una particolare spinta mostrata dalla Borsa di Milano, che ha segnato una crescita del 7%. Le principali incertezze restano sul petrolio che, secondo gli operatori, nemmeno dati immediatamente positivi dall'economia statunitense possono fugare. I futures sulla ripartenza dei listini di lunedì sono incerti dopo lo scivolone dell'ultima seduta, con il greggio che a New York ha ceduto oltre il 4% sotto i 38 dollari al barile.