Centinaia di persone hanno manifestato a Gap, mentre una ricerca ipotizza una perdita di fatturato fino al 70% in Italia
PARIGI - Centinaia di persone - 2000 secondo gli organizzatori, 400 secondo la polizia - hanno manifestato oggi a Gap, nel sud della Francia, contro la decisione del governo di tenere chiuse gli impianti nelle stazioni sciistiche per tutto il periodo delle feste. I partecipanti hanno risposto all'appello alla protesta lanciato da organizzazioni del settore nelle Alpi francesi.
I manifestanti hanno sfilato fino all'Hotel de Ville (il municipio della città) senza incidenti, chiedendo l'apertura almeno dei ristoranti e dei locali pubblici nelle località di montagna.
Lunedì è in programma una riunione a Parigi di rappresentanti del settore sciistico e il premier Jean Castex, che giovedì ha annunciato che le stazioni di montagna potranno riaprire nel periodo delle feste ma gli impianti di risalita dovranno restare chiusi, promettendo al tempo stesso aiuti ai comuni e agli addetti coinvolti in questa chiusura prolungata.
Per il presidente delle Località sciistiche di Francia, Alexandre Maulin, si tratta di «un'aberrazione, trattandosi di un'attività all'aria aperta». «Totalmente incomprensibile» è stata la reazione di Jean-Luc Boch, presidente dell'associazione dei sindaci delle stazioni di montagna.
Rischio di una perdita del 70% in Italia - Il Covid-19 rischia di far perdere al turismo montano invernale il 70,2% del fatturato che nelle ultime stagioni era arrivato a superare i 10 miliardi di euro. È quanto emerge da una ricerca che l'Ansa pubblica in anteprima fatta dalla società di consulenza Jfc, che ogni anno pubblica l'Osservatorio Skipass Panorama Turismo.
«Le stime aggiornate a fine novembre - spiega il responsabile di Jfc Massimo Feruzzi - segnano dati in assoluto campo negativo con un bilancio previsionale di fine stagione stimato, purtroppo, in soli tre miliardi 100 milioni rispetto ai 10 miliardi 409 milioni della stagione invernale 2018/2019 (ultima non "investita" dalla pandemia)».
Il turismo montano invernale incide per una quota di circa l'11% sul totale del Pil turistico nazionale, rappresentando quindi una cifra di poco superiore all'1% del complessivo Pil italiano.