L'utile è atteso in aumento del 6,3% a 23,6 miliardi, il maggiore mai realizzato da una società privata
NEW YORK - Apple si appresta ad alzare il velo su un trimestre stellare. Un moto per aprire con il botto il 2021, un anno nel quale è atteso il raggiungimento di una capitalizzazione di mercato di 3000 miliardi di dollari (2666 miliardi di franchi).
Gli analisti prevedono per Cupertino ricavi per la prima volta sopra i 100 miliardi di dollari, per l'esattezza 102,6, per gli ultimi tre mesi del 2020. L'utile è atteso in aumento del 6,3% a 23,6 miliardi, il maggiore mai realizzato da una società privata.
Le stime di Visible Alpha si basano su vendite dell'iPhone in crescita di solo il 6% in seguito ai ritardi accumulati per il Covid-19. «Il fatto che possono essere in grado di raggiungere la soglia dei 100 miliardi con una crescita più lenta dei ricavi per l'iPhone indica che Apple ha fatto un grande lavoro nel diversificare il proprio portafoglio», afferma l'analista di DA Davidson, Tom Forte, con il Financial Times.
Nell'ultimo decennio i risultati trimestrali di Apple sono stati dettati dall'andamento delle vendite di iPhone ma di recente, sotto la spinta di Tim Cook, Cupertino è meno dipendente dal suo smartphone. E questo grazie all'ampia gamma di servizi offerti e ai nuovi dispositivi, dall'Apple Watch agli AirPods.
I risultati dell'ultimo trimestre del 2020 dovrebbe mostrare vendite in aumento per tutte le categorie di Apple, inclusi i Mac e gli iPad. E si tratterebbe di aumenti a due cifre. La pandemia che ha costretto in casa avrebbe infatti spinto molti a rinnovare il parco dei propri dispositivi elettronici per uno smartworking più efficiente.
Per l'anno in corso le attese sono altrettanto ottimistiche per Apple. Cupertino infatti potrebbe beneficiare di due macro tendenze: il dollaro debole e il calo dei prezzi delle commodity in grado di ridurre i suoi costi di produzione. Gli unici nodi da sciogliere sono un possibile inasprimento della pressione fiscale con il neopresidente degli Usa Joe Biden e l'eventuale faro delle autorità antitrust. Con i democratici che controllano Washington i rischi per la Silicon Valley sono infatti aumentati, Apple inclusa.