Il social di Zuckerberg è l'unico dei Big Tech americani ancora non interessato da inchieste europee.
BRUXELLES - La Commissione Europea alza il tiro su Facebook e si appresta ad aprire un'indagine formale sulle presunte pratiche anticompetitive del social network di Mark Zuckerberg, l'unico finora fra i Big Tech americani (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft) scampato alle inchieste europee. L'indiscrezione è del Financial Times e arriva nel giorno in cui il consiglio di amministrazione di Facebook ha bocciato due proposte per ridurre il controllo di Mark Zuckerberg sulla società.
Il cda ha respinto una proposta per sostituire Zuckerberg come presidente del cda con un indipendente. Il consiglio ha anche bocciato la proposta per eliminare la speciale classe di azioni che include maggiori poteri di voto e che consente a Zuckerberg di aver la quota di maggioranza della società.
Il lancio dell'indagine è atteso a giorni: la tempistica esatta così come l'ampiezza dell'inchiesta sono ancora in via di definizione. L'Ue ha già inviato a Facebook e alle sue società rivali almeno tre serie di domande per cercare di capire se il social abbia distorto il mercato della pubblicità promuovendo i suoi servizi su Marketplace gratuitamente ai suoi 2 miliardi di amici. Facebook ha lanciato Marketplace nel 2016 consentendo ai suoi utenti di vendere o acquistare prodotti senza commissioni. La richiesta di informazioni e la raccolta di prove ha rivelato da subito tensioni fra la Commissione Europea e Facebook, che si è addirittura rivolta a un tribunale per sollevare i suoi timori sull'invadenza delle domande dell'Ue in termini di privacy dei suoi dipendenti.
L'attesa indagine è solo l'ultima di una serie d'inchieste antitrust avviate da Bruxelles nei confronti di Big Tech. Nelle scorse settimane la Commissione Europea ha accusato formalmente Apple di distorcere la concorrenza imponendo elevate commissioni su servizi di streaming rivali. Nel mirino c'è anche Amazon per aver danneggiato i rivali più piccoli. Il faro è stato acceso anche sul potenziale comportamento anti competitivo di Google e di Coca-Cola.