Il rincaro medio è del 17% rispetto a tre anni fa. Qual è la più cara e quella più economica? Scopritelo con noi
ROMA - Gli ombrelloni sono sempre più cari sulle spiagge italiane. Lo ha certificato un'inchiesta di Altroconsumo, associazione per i diritti dei consumatori.
I prezzi degli oltre 200 stabilimenti balneari coinvolti (su 10 località marittime italiane) sono cresciuti mediamente del 17% rispetto a tre anni fa e sono ben poche le località dove il costo è rimasto praticamente invariato. L'incremento maggiore è quello di Gallipoli con un +34%. La località pugliese è seguita da Alghero (+32%) e Viareggio (+27%). Gli incrementi più lievi sono quelli di Senigallia (+2%) e Taormina e Giardini Naxos (+1).
Nella città più cara presa in esame, la ligure Alassio, si spendono 287 euro a settimana per un ombrellone e due lettini nelle prime quattro file. La media dei costi emersa dalla ricerca è di 182 euro per una settimana. La più economica è Rimini con 115 euro.
Quasi uno stabilimento balneare su tre chiede una caparra per la prenotazione e il 77% dei gestori è disposto a restituirla in caso di mancata presenza per motivi legati al Covid-19.
C'è infine il discorso accessibilità per persone disabili. «Purtroppo nel 9% dei casi, i gestori hanno mostrato perplessità nell’accogliere il nostro amico» in sedia a rotelle «e ci hanno sconsigliato i loro bagni. Qualche metro di discesa, scalini, accessi difficoltosi, scalinate ripide, strade sconnesse e senza rampe. Insomma, qua e là ci sono ancora tanti ostacoli per poter dire che le vacanze sono un diritto di tutti».