Tutto dipende dallo sviluppo del motore Raptor che, al momento, è «francamente un disastro»
NEW YORK - Elon Musk non è uno che usa giri di parole: ha abituato i collaboratori e l'opinione pubblica mondiale a un'estrema franchezza (a volte anche eccessiva). L'imprenditore ha usato parole inequivocabili anche per descrivere, in una e-mail interna, la situazione della sua azienda aerospaziale SpaceX. «La crisi produttiva dei Raptor» ovvero i motori che spingono il razzo Starship «è peggiore di quella ipotizzata poche settimane fa. Saremo di fronte a un rischio concreto di bancarotta se non riusciremo a raggiungere un tasso di voli di almeno uno ogni due settimane, il prossimo anno».
Starship e Raptor - Il progetto di punta della società di cui Musk è amministratore delegato è un enorme razzo di nuova generazione: completamente riutilizzabile (diversamente dai Falcon 9, che non lo sono al 100%), pensato per lanciare oggetti e persone nello spazio e finalizzato a future missioni lunari e marziane. I prototipi sono in fase di test in una struttura creata nel sud del Texas. Per sperimentare i lanci orbitali serve però un'accelerazione nella produzione nei motori Raptor: per ogni prova, infatti, ne servono ben 39, come spiega Cnbc.
Un programma travagliato, quello dello sviluppo dei Raptor. All'inizio del mese di novembre il vicepresidente del settore Propulsione, Will Heltsley, ha lasciato l'azienda dopo essere stato sollevato dal progetto del motore. Musk è quindi subentrato in prima persona, constatando che i problemi sono «molto più gravi» di quanto pensato in precedenza. Tanto da indurre Musk a dire di aver bisogno di tutto l'aiuto possibile «per riprenderci da quello che è, francamente, un disastro».
L'importanza per Starlink - Musk non ha mai nascosto che la produzione è la parte più difficile dell'intero programma SpaceX in corso nel centro di Boca Chica, in Texas. Lo sviluppo «è almeno per il 90% finanziato internamente» e la società non è alla ricerca di «alcuna collaborazione internazionale». Starship è poi cruciale per la messa in orbita della seconda versione di Starlink, il progetto di Internet satellitare della società. Essendo la prima versione «finanziariamente debole», come ha ammesso il 50enne, si è passati a un aggiornamento - che richiede però un razzo di maggiore portata rispetto a Falcon 9. Il che vuol dire che lo sviluppo di Starship è cruciale anche per il servizio Starlink - che al momento conta su una base di circa 140mila utenti. Le «milioni di unità» di antenne Starlink saranno «inutili» se lo sviluppo dei Raptor si arenerà.
Un paio di settimane fa aveva spiegato che «si spera di lanciare» il primo Starship a gennaio o febbraio. Non è chiaro se la tabella di marcia sia stata modificata, alla luce dei recenti sviluppi.