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STATI UNITIL'allevamento dei maiali accende il dibattito da McDonald's

21.02.22 - 14:36
L'azionista Carl Icahn vuole che l'azienda smetta subito di rifornirsi da coloro che usano le "gabbie di gestazione"
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L'allevamento dei maiali accende il dibattito da McDonald's
L'azionista Carl Icahn vuole che l'azienda smetta subito di rifornirsi da coloro che usano le "gabbie di gestazione"
La catena di fast food ha risposto che sta già guidando l'industria in tal senso, e che procederà su questa strada

CHICAGO - L'attivista miliardario e azionista di McDonald's Carl Icahn ha intenzione di cambiare in modo rapido e definitivo il modo in cui vengono allevati i maiali poi destinati alle catene degli Stati Uniti del noto fast food, definendo la pratica attuale «oscena».

Ne ha dato notizia Bloomberg, che ha indicato che Icahn - che possiede 200 azioni della società - ha proposto al consiglio d’amministrazione di McDonald's l'assunzione di due supervisori che avranno l’incarico di valutare «una precisa questione riguardante la lavorazione del maiale».

In particolare, Icahn vorrebbe porre fine all'uso delle cosiddette «stalle di gestazione», delle piccole casse dove vengono confinate le scrofe gravide. In quanto si tratta di una pratica per lui «crudele», McDonald’s «dovrebbe esigere» che tutti i suoi fornitori di carne di maiale degli Stati Uniti tengano gli animali fuori dalle gabbie, fissando scadenze specifiche.

Un'ampia discussione a riguardo aveva già avuto luogo negli anni passati, con la nota catena di fast food che aveva già promesso nel 2012 di eliminare l'uso delle stalle «entro i prossimi dieci anni». Tuttavia, dieci anni sono passati, e l'ong "Humane Society of the United States", come riporta la Bbc, ha criticato il mancato rispetto dell'obbiettivo: per l'associazione, invece di eliminare le gabbie, l'azienda ha permesso ai produttori di ridurre solamente il tempo in cui le scrofe incinte rimangono nelle stalle.

McDonald's ha però risposto con un comunicato, spiegando di aver «guidato l'industria» da allora e che circa un terzo dei fornitori statunitensi di carne di maiale sono passati ai sistemi di stabulazione in gruppo, aggiungendo che l'attuale fornitura di carne di maiale negli Stati Uniti rende «impossibile» questo tipo di impegno con una tempistica immediata. In ogni caso, il gruppo ha anche che si aspetta di rifornirsi dall'85% al 90% della sua carne di maiale da questi fornitori entro la fine dell'anno. 

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