Lunedì se ne parlerà a Bruxelles, gli Usa caldeggiano un'applicazione "mirata" del provvedimento
BRUXELLES - Si fa sempre più strada in Europa l'idea di escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift. La misura, considerata come una sorta di arma atomica nell'ambito delle sanzioni da applicare a Mosca per l'invasione dell'Ucraina, dopo il sostanziale via libera arrivato dall'Italia e dall'Ungheria, ha raccolto anche l'appoggio della Germania, seppure con qualche riserva.
Per convincere il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è mosso il premier polacco Morawiecki, convinto sostenitore dell'iniziativa, che si è recato a Berlino per «scuotere la coscienza della Germania in modo che i tedeschi decidano finalmente d'imporre sanzioni davvero pesanti» contro la Russia. Nel tardo pomeriggio, in una nota congiunta la ministra degli Esteri Anna Baerbock e il ministro dell'Economia Robert Habeck hanno annunciato che la Germania sta lavorando per un'esclusione «limitata e mirata» degli istituti finanziari russi dal sistema Swift al fine di evitare al massimo possibile «danni collaterali».
In precedenza era stato il presidente del Consiglio Mario Draghi a chiarire, in un colloquio avuto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che l'Italia «appoggia e appoggerà in pieno» la linea dell'Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, «incluse quelle nell'ambito Swift». E subito dopo da Budapest è arrivata la smentita all'esistenza di un veto ungherese allo stop a Swift. «L'Ungheria è al 100% allineata con l'Ue nei suoi sforzi congiunti», ha scritto sui social network il portavoce del premier Viktor Orban, Zoltan Kovacs. «Non stiamo facendo nulla di meno di quello richiesto dalla posizione europea. E fare di più non dipende da noi».
La decisione e la valutazione delle conseguenze - Spetta comunque alla Commissione europea predisporre la proposta per l'adozione di questa sanzione, una proposta che potrebbe essere presentata agli ambasciatori dei 27 già nella riunione fissata per lunedì mattina. I servizi di Bruxelles in queste ore sono al lavoro per valutare le conseguenze del provvedimento. L'analisi di questi aspetti è stata affidata alla direzione generale che si occupa della stabilità finanziaria e dei mercati dei capitali (Fisma). Perché il timore che un'esclusione generalizzata delle banche e degli istituti finanziari russi da Swift possa avere effetti collaterali indesiderati, in particolare per quanto riguarda le forniture di gas, non è della sola Germania.
E non è un caso se l'idea di un'applicazione 'mirata' della sanzione è caldeggiata anche dagli Stati Uniti, dove il governo ne starebbe discutendo con la Fed. Alcune delle maggiori banche di Wall Street hanno sconsigliato Washington di espellere la Russia da Swift in funzione dell'impatto che una mossa di questo genere potrebbe avere sull'economia globale. E l'esperienza non proprio esaltante fatta con l'applicazione di questa misura con l'Iran, ammettono fonti di Bruxelles, spinge tutti alla prudenza.
Le contro-sanzioni - Nel frattempo dalla Russia cominciano ad arrivare le prime indicazioni sulle ritorsioni economiche che Mosca potrebbe prendere se gli Usa e l'Ue dovessero decidere un nuovo giro di vite sul fronte delle sanzioni. L'ex presidente ed ex premier russo, Dmitry Medvedev, attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza del Paese, ha lanciato l'ipotesi che il suo Paese possa nazionalizzare la proprietà di persone registrate negli Stati Uniti, nei Paesi dell'Unione e in quelli del mondo anglosassone. Medvedev ha sottolineato che le sanzioni occidentali non fermeranno l'azione della Russia in Ucraina, ed ha evidenziato che la risposta alla minaccia del congelamento dei beni di cittadini russi e società all'estero deve avere carattere simmetrico.