In passato Kering ha vissuto una situazione simile con il marchio Gucci, ora la storia si ripete con Bottega Veneta
Per pagare meno tasse, il marchio avrebbe «occultato» la propria attività in Italia, riferendo di operare principalmente in Svizzera
MILANO/LUGANO - Il gruppo multinazionale della moda francese Kering ha pagato 186 milioni di euro al Fisco italiano per chiudere una disputa legale relativa al marchio Bottega Veneta, al centro di un'inchiesta per evasione fiscale.
Lo ha reso noto in un comunicato la Guardia di finanza (Gdf) di Milano, la quale ha informato anche che sono quattro le persone indagate. Si tratta dei «rappresentanti legali di due società svizzere» legate al marchio Bottega Veneta, del gruppo Kering.
In poche parole, emerge che le imprese sostenevano che la loro attività principale fosse in Svizzera, e che quindi i guadagni in Italia fossero minimi. Durante le indagini, invece, la Guardia di finanza (Gdf) di Milano ha ricostruito «la reale operatività sul territorio italiano delle due consociate estere, favorendo così la rideterminazione del reddito imponibile non dichiarato e delle imposte evase in Italia». Le organizzazioni erano insomma «occulte», per aggirare il fisco.
Come indicato sempre dalla Gdf, le indagini hanno permesso di dimostrare «che le primarie funzioni aziendali (...) erano state prevalentemente esercitate a Milano, da personale operativo presso le consociate italiane del gruppo multinazionale di appartenenza». Invece, le due società elvetiche avrebbero svolto «funzioni ausiliarie allo sviluppo del business aziendale», come la logistica e il customer service, tali da essere qualificate «operatori economici connotati da un ridotto rischio di impresa, le cui attività giustificano il conseguimento di limitati margini reddituali».
È poi stato rilevato che «la principale consociata estera aveva conseguito in territorio elvetico un ingente risparmio d'imposta conseguente alla stipula di un tax ruling con l'amministrazione fiscale svizzera che ha determinato un notevole abbattimento (dal 50 al 70 per cento) delle imposte cantonali, federali e comunali, ottenendo un tax rate effettivo medio pari al 7,87%», si può leggere nel comunicato delle Fiamme gialle.
Quello odierno è un contenzioso simile, per Kering, a quello relativo al caso Gucci, risoltosi nel 2019 con un pagamento di 1,25 miliardi.
Contattato dall'agenzia Reuters, Kering ha confermato l'accordo, dicendo che è nato in maniera proattiva grazie all'azienda e che non avrà alcun impatto sui risultati del gruppo nel 2022. «Nella primavera del 2019, dati i rapidi cambiamenti nell'ambiente di business, la forte crescita internazionale e alcune incertezze della legislazione italiana, Bottega Veneta ha preso proattivamente contatto con l'Agenzia delle Entrate italiana per discutere la sua posizione fiscale», ha chiarito Kering, aggiungendo questo accordo è stato «il risultato di quelle discussioni».