Le tasse di circolazione hanno gonfiato i prezzi dei veicoli. Le restrizioni vogliono prevenire la congestione stradale.
SINGAPORE - Ellie Lim, vive a Singapore da anni, ma ha ormai deciso di rinunciare alla speranza di comprare una Volvo Suv. Il sogno, che custodiva nel cassetto, si è infranto quando ha realizzato che l'auto sarebbe costata circa 142’000 dollari. «Ero scioccata» ha confessato. I tassi d'interesse sui prestiti alle stelle uniti ai prezzi del carburante e alle spese di manutenzione, rendono ormai l'acquisto di un'auto nuova «una decisione finanziariamente sbagliata», ha affermato Lim. «Un’auto ha raggiunto un prezzo sproporzionato, quasi come un appartamento».
La strategia della città - Lo sfogo di Lim si unisce al coro di malcontento di molti cittadini contrari al rigoroso controllo sul numero di veicoli imposto dalle autorità. Il mese scorso, l’aumento della domanda dei consumatori e un crescente interesse verso i veicoli elettrici hanno spinto il prezzo a un nuovo record. Eppure non tutti interpretano la politica di Singapore come una follia. La città ha programmato una strategia lungimirante ben definita. Il costo sproporzionato delle auto è bilanciato da spese miliardarie per un sistema di trasporti pubblici efficiente e puntuale.
Il modello di Singapore potrebbe quindi fare scuola. «Qualsiasi pianificatore urbano guarderà Singapore con interesse» sostiene l’economista della CIMB Private Banking Song Seng Wun. «È la sola città capace di limitare il numero di automobili private. Costruire nuove strade per facilitare il traffico urbano significa togliere spazio e risorse per altri scopi. Se vuoi guidare devi quindi pagare».
Tasse e certificati - Le autorità di Singapore controllano la crescita del traffico con una serie di tasse che gonfiano il costo di un'auto fino a cinque volte il prezzo all'ingrosso nel paese di produzione. L’operazione più costosa è la richiesta del “Certificato di Titolarità”. Senza il certificato non si può viaggiare sulle strade di Singapore e l’unico modo per ottenerlo è tramite un'asta bimestrale. Il certificato concede il diritto di guidare un veicolo per 10 anni. Una volta scaduto, le soluzioni sono due: rottamare il veicolo oppure acquistare un altro certificato.
Singapore è in grado di promuovere un programma di proprietà di auto così costoso in parte perché è una piccola isola che ha solo due collegamenti stradali con la vicina Malesia. La maggior parte delle grandi città dispone di grandi entroterra con più traffico in entrata e in uscita più denso. Questi centri urbani devono fare affidamento su altri meccanismi per frenare la crescita, come i pedaggi stradali e le restrizioni sui veicoli.
Le alternative - «Il rilascio limitato di permessi di proprietà dei veicoli è una misura ancora troppo drastica per molte città che hanno problemi con il traffico» ha affermato Chua Soon Ghee, partner di AT Kearney, una multinazionale americana di consulenza strategica. «Una contromisura più efficace sarebbe fornire alternative attrattive all’uso dell’auto. Il potenziamento dei trasporti pubblici o il miglioramento delle piste ciclabili renderebbero l’uso dell’auto più scomodo e costoso».
Londra, ad esempio, addebita ai conducenti 15 sterline al giorno per entrare nella zona centrale durante la settimana, prima che le tariffe venissero ridotte temporaneamente a causa della pandemia. Anche New York prevede di adottare un sistema simile il prossimo anno.
La soluzione - Ma sempre più, gli urbanisti sostengono che la vera soluzione all'inquinamento è semplicemente di avere meno automobili. Anche i veicoli completamente elettrici consumano risorse ed energia. Il passaggio dalla proprietà di auto private a sistemi di trasporto pubblico urbano autonomo stanno alimentando le previsioni secondo cui il mondo è vicino alla saturazione di auto private. Una teoria che si sposa con la restrizione imposte dalle autorità di Singapore.
«Non è necessario possedere un veicolo a Singapore», ha affermato Walter Theseira, professore presso la Singapore University of Social Sciences. «La crescita sfrenata del numero dei veicoli porterebbe a una ridicola congestione del traffico».