Il co-fondatore del social si prende la responsabilità delle perdite che hanno provocato i maxi-licenziamenti di Musk
WASHINGTON - Mea culpa del co-fondatore di Twitter, Jack Dorsey, per il caos nel quale la sua creatura è finita dopo essere stata acquistata da Elon Musk.
Mentre il patron di Tesla si giustifica per aver cacciato il 50% dei dipendenti («Non potevo fare altrimenti»), l'ex leggenda della Silicon Valley si prende la responsabilità di quelle perdite che, secondo il nuovo CEO, hanno provocato il maxi licenziamento.
«La gente di Twitter, del passato e del presente, è forte e resiliente. Troveranno sempre un modo per risollevarsi, non importa quanto sia difficile il momento. Mi rendo conto che molti sono arrabbiati con me. Sono responsabile per tutto quello che sta succedendo, ho fatto crescere l'azienda troppo velocemente. Chiedo scusa per questo», ha scritto sul social media l'uomo che a soli trent'anni nel 2006 ha rivoluzionato per sempre il mondo della comunicazione inventando, con Biz Stone, Evan Williams e Noah Glass.
«Sono grato e voglio bene a tutti coloro che hanno lavorato per Twitter. Non mi aspetto che questo sentimento sia reciproco in questo momento... o mai più... e lo capisco», ha proseguito riferendosi probabilmente a una serie di voci circolate sui tabloid Usa secondo le quale nell'azienda di San Francisco l'ex leggenda della Silicon Valley è considerato 'persona non grata'. «Jack è odiato a Twitter», ha detto al New York Post una fonte informata. «Gli impiegati gli danno la colpa per quello che è successo con Elon».
Il 46enne, che si è dimesso da CEO di Twitter l'anno scorso, sta lanciando una nuova piattaforma di social media chiamata Bluesky che è ancora in fase di test ma, secondo Dorsey, ha già oltre 30'000 abbonati. Secondo gli addetti ai lavori, il nuovo social media sarebbe stato studiato e progettato proprio per risolvere una serie di problemi riscontrati in Twitter.
Intanto, il nuovo 'padre padrone' Musk prosegue il suo flusso di coscienza sui social media tornando sul maxi licenziamento. «Sfortunatamente non c'è scelta quando un'azienda perde oltre quattro milioni di dollari al giorno», ha scritto il nuovo proprietario della compagnia di San Francisco sottolineando che a tutti coloro che sono stati licenziati «sono stati offerti tre mesi di stipendio» come buona uscita, «che è il 50% in più di quello che è richiesto» dalla legge.