Lo ha stabilito l'Organizzazione mondiale del commercio
WASHINGTON - L'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha stabilito che l'ex presidente Donald Trump violò le regole del commercio globale nel 2018 quando invocò ragioni di sicurezza nazionale per imporre le tariffe su alluminio e acciaio, scatenando la "guerra dei dazi".
La Wto ha respinto la motivazione spiegando che le tariffe non sono state introdotte «in un periodo di guerra o di altre emergenze».
Gli Stati Uniti hanno condannato la decisione e ribadito che non rimuoveranno i dazi. «L'amministrazione Biden è impegnata a preservare la sicurezza nazionale garantendo la produzione a lungo termine da parte delle nostre industrie dell'acciaio e dell'alluminio», ha detto l'assistente del rappresentante per il commercio americano Adam Hodge, aggiungendo che la decisione «rafforza soltanto la necessità di una riforma radicale del sistema della Wto per risolvere le dispute».
"Gli Stati Uniti hanno tenuto per oltre 70 anni una posizione chiara e inequivocabile, ossia che le questioni di sicurezza nazionale non possono essere esaminate in controversie trattate alla Wto e che la Wto non ha il potere di prevedere la capacità di un membro della Wto di rispondere a un'ampia gamma di minacce alla sua sicurezza", ha proseguito.
Il caso era stato sollevato da Cina, Norvegia, Svizzera e Turchia, che ora hanno la possibilità di imporre tariffe di ritorsione. Gli Usa possono fare appello ma questo lascerebbe la disputa nel limbo perché Washington ha bloccato per anni le nomine all'organo di appello della Wto, impedendone il funzionamento.