Due giorni di sciopero confermati, a partire da stasera (ore 19) sulle strade ordinarie e dalle ore 22 sulle autostrade
ROMA - Lo sciopero di 48 ore dei benzinai italiani è stato confermato e scatta nella serata di oggi. Chi si spettava un dietrofront della categoria è rimasto dunque deluso e sarà bene - per chiunque progetti spostamenti sul suolo italiano - di considerare l'impossibilità di rifornirsi nelle stazioni di servizio, sia sulla rete stradale ordinaria sia su quella autostradale, impossibile anche il self service.
Gli orari dello sciopero, l'adesione e una eccezione - Come detto, la serrata dei benzinai avverrà oggi, a partire dalle ore 19 sulle strade urbane ed extraurbane e dalle ore 22 sulle autostrade. La durata annunciata è di due giorni, 48 ore. Allo stop rifornimenti partecipano circa il 70% dei distributori presenti nella penisola. Secondo alcuni media italiani, a garantire un servizio minimo potrebbero essere invece i distributori gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere.
Il nodo del contendere - A portare allo sciopero è stata la contrapposizione in atto tra il governo italiano e le associazioni di categoria, relativamente al decreto trasparenza sui prezzi dei carburanti, intervento governativo già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L'esecutivo guidato dalla Meloni ha di fatto posto in essere maggiori controlli sui prezzi, chiedendo più trasparenza, per evitare speculazioni. Decreto però indigesto ai benzinai nonostante la mediazione del ministero delle Imprese e del made in Italy che, per bocca del ministro Adolfo Urso aveva chiesto di rinunciare alla serrata.
Sostanzialmente alle associazioni di categoria non va giù l'idea di essere considerati in parte colpevoli dell'incremento del costo dei carburanti, e in particolare si oppongono all'idea di esporre obbligatoriamente un cartello con i prezzi medi regionali. Per i trasgressori previste tra l'altro sanzioni amministrative. Su alcuni volantini, che gli aderenti allo sciopero distribuiranno nelle prossime ore all'interno delle stazioni di servizio, si rispedisce al mittente l'idea che siano i distributori responsabili del caro benzina e si accusa il governo di coprire in questo modo le «le vere inefficienze».
La Meloni va dritta - Da Algeri, la premier italiana Giorgia Meloni ha difeso la bontà del decreto: «Il provvedimento è giusto. Non torniamo indietro».