La decisione punta a «offrire una guidance di lungo termine per il mercato»
NEW YORK - L'Opec+ estende i tagli alla produzione petrolifera al 2024 in risposta a prezzi del greggio sotto pressione e un mercato debole sul quale pesano le incerte prospettive di crescita. Un contest che ha spinto il cartello a mantenere l'attuale target di produzione fino alla fine dell'anno e ad accordarsi su un obiettivo di 40,46 milioni di barili per il 2024.
La decisione punta a «offrire una guidance di lungo termine per il mercato» ed è «in linea con l'approccio di successo dell'anticipare e dell'essere proattivi», si legge in una nota diffusa al termine dalla riunione. L'accordo prevede che la Russia estenda fino alla fine del prossimo anno il suo taglio alla produzione volontario di 500'000 barili al giorno. L'Arabia Saudita taglierà invece la propria produzione di petrolio di un ulteriore milione di barili da luglio. L'accordo vede gli Emirati Arabi Uniti come vincitori in quanto hanno ottenuto un aumento delle loro quote per il 2024.
L'intesa appare un compromesso al termine di una riunione tesa che ha visto l'Arabia Saudita scontrarsi con alcuni paesi africani. Proprio Riad avrebbe accettato di estendere i tagli volontari alla produzione fino alla fine del prossimo anno. La riunione è stata una delle più difficili degli ultimi anni in seguito alle crescenti tensioni fra l'Arabia Saudita e la Russia sui precedenti tagli decisi. Mosca, secondo indiscrezioni, continua infatti a inondare il mercato con ampi volumi di petrolio a basso costo minando così gli sforzi sauditi di sostenere i prezzi. A questo si aggiungono le sanzioni imposte dall'occidente alla Russia per la guerra in Ucraina, che spingono Mosca a concentrare le sue esportazioni verso l'Asia, entrando in diretta concorrenza con Riad.
Cercando di smorzare la tensione Alexander Novak, il vice primo ministro russo incaricato per le risorse energetiche, ha precisato che l'estensione dei tagli da parte dell'Opec+ assicura la stabilità del mercato e soprattutto che non c'è stato alcun disaccordo fra la Russia e l'Arabia Saudita. Riad è interessata a mantenere elevato il prezzo del petrolio in quanto, secondo indiscrezioni, il bilancio della stato è basato su un prezzo medio di 81 dollari al barile. Un livello che dovrebbe essere mantenuto per anni per consentire al paese di portare a termine i suoi ambiziosi progetti.
Nonostante i tagli decisi alle precedenti riunioni i prezzi del petrolio continuano la loro parabola di calo. Le quotazioni del Brent sono infatti il 20% più basse dal primo taglio annunciato dall'Opec+ lo scorso anno. E gli analisti sono convinti che il trend al ribasso continuerà. «I venti contrari che hanno soffiato sull'economia nelle ultime settimane hanno messo sotto significativa pressione i mercati petroliferi», affermano alcuni osservatori. Sulle quotazioni pesano anche i rialzi dei tassi delle banche centrali: le strette frenano infatti l'economia e, di conseguenza, la domanda di greggio.