Sequestrati milioni di dollari in valuta digitale che, per i terroristi, è oggi «unica chance di finanziarsi in tempo di guerra».
LUGANO - Sequestrate criptovalute per milioni di dollari, chiusi più di 100 conti, altri 200 sotto indagine. Dall'attacco del 7 ottobre scorso, Israele compie il massimo sforzo per tagliare i fondi ad Hamas.
L'inchiesta è quella del Finacial Times e trova, solo in parte, conferma nella replica di Binance (società leader mondiale nello scambio di criptovalute) che, dalla scorsa estate, riferisce solo del blocco di un piccolo numero di conti.
Ma al contrario, quello del finanziamento ad Hamas è tema caldo, anche all'interno della Confederazione con i suoi 39 milioni di franchi devoluti per la pace in Medio Oriente.
La "polemica" in Svizzera.
Tanto che in discussione sono finiti anche i programmi governativi (e non) di sviluppo e finanziamento, destinati alle popolazioni bisognose, a Gaza o in Cisgiordania. Secondo quanto aveva scritto infatti giorni fa il Blick, parte degli aiuti potrebbero essere "dirottati" e finire nelle tasche tei terroroisti. Tanto che il Dipartimento federale degli Affari esteri (DFAE) aveva poi precisato di effettuare un attento monitoraggio e che «i fondi svizzeri non hanno aiutato Hamas», in alcun modo.
«Cripto, unico mezzo per finanziarsi in guerra»
Tornado invece al grosso della questione, la difficile tracciabilità dei "fiumi cripto" consente alla valuta digitale di rappresentare attualmente l'«unica opzione in questo momento di guerra», non solo a Gaza ma anche in Ucraina. Lo spiega Tom Alexandrovich, a capo della Direzione informatica israeliana, sentito dal quotidiano finanziario britannico.
In questo senso, solo dall'inizio del confitto in Medio Oriente, sono state 150 le iniziative di donazioni a gruppi terroristici intercettate dalle autorità, bloccati anche gli account utilizzati da Hamas per raccogliere fondi, così come i post di raccolta sui social.
E mentre la task Force israeliana lavora al contrasto al finanziamento in criptovalute ad Hamas, da Basilea il Finacial Stability Board* cerca una risposta globale alle mosse finanziarie - sempre al passo con i tempi - poste in essere da tutte le organizzazioni del terrore.
Il Finacial Stability Board ha sede a Basilea ed è un'organizzazione internazionale utile a monitorare il sistema finanziario mondiale. Vi sono rappresentati tutti i paesi del G20, inclusi Spagna e Commissione europea.