La percentuale di persone che consideravano difficile conciliare lavoro e famiglia è crollato da 46% a 8%
LISBONA - È stata resa nota la prima relazione intermedia che valuta i risultati del progetto-pilota sulla settimana lavorativa di quattro giorni in Portogallo e i riscontri di lavoratori e aziende sembrano positivi. La percentuale di persone che consideravano difficile conciliare lavoro e famiglia è crollato da 46% a 8%, mentre il senso di frustrazione generale in rapporto alle mansioni svolte è sceso del 19%.
Lo studio, condotto per conto del ministero del lavoro dai docenti universitari Pedro Gomes e Rita Fontinha, riguarda un campione di 200 lavoratori sui circa mille partecipanti a questa fase sperimentale di riduzione e ottimizzazione della settimana lavorativa. Le aziende coinvolte sono una quarantina e si tratta in genere di piccole e microimprese, mentre le più grandi e la stessa Pubblica amministrazione, pur avendo manifestato un certo interesse iniziale, hanno deciso di rinviare l'impegno a una seconda fase.
Dalle 40 ore settimanali si è scesi a 36 o 32, ridistribuendo i giorni lavorativi su quattro giorni settimanali fissi o sull'alternanza di settimane da quattro o da cinque giorni. Alla riduzione dell'orario non corrisponde naturalmente alcuna riduzione del salario e questa trasformazione passa, dice lo studio, attraverso un profondo ripensamento dei metodi di lavoro.
La risorsa più comune e trasversale un po' a tutte le aziende è stata la diminuzione in frequenza e durata delle riunioni. Importante è anche lo snellimento dei canali di comunicazione fra lavoratori, evitando la sovrapposizione dispersiva di e-mail, telefonate e messaggi WhatsApp. Ma «abbiamo anche ridotto le pause caffè e le discussioni di calcio fra colleghi», ha dichiarato una dirigente alla stampa. L'esperimento è partito a giugno, il rapporto finale arriverà solo ad aprile del 2024, ma la gran parte dei lavoratori interpellati afferma che non accetterebbe più di tornare a una normale settimana di cinque giorni lavorativi e quelli che lo farebbero chiederebbero almeno un 25% di aumento salariale.