Lo sguardo a giugno: l'inflazione "core" continua la sua discesa e il pressing governatori "colomba" si fa più intenso
FRANCOFORTE - Taglio dei tassi della Banca centrale europea (Bce) sempre più probabile a giugno, con la conferma che diversi membri del Consiglio direttivo spingevano per una riduzione del costo del denaro già nel meeting di aprile.
Dalle 'minute', il resoconto in forma sintetica di quella riunione, emerge che i membri del Consiglio direttivo ritenevano «plausibile» un taglio dei tassi a giugno se gli ulteriori dati avrebbero confermato le prospettive d'inflazione indicate nelle previsioni di marzo. «Ampio consenso - dice il documento - sul fatto che è prudente attendere il prossimo meeting di politica monetaria per avere abbastanza fiducia di un ritorno al target» dell'inflazione.
Nel frattempo l'inflazione di aprile si è confermata al 2,4%, come nel mese precedente, arrestando un trend di discesa. Ma come ha recentemente spiegato il capo economista Philip Lane, un andamento «accidentato» è da mettere in conto. L'inflazione di fondo fa presagire una «ulteriore disinflazione». E soprattutto continua a scendere l'inflazione 'core', depurata da energia e alimentari: 3,1% a febbraio, 2,9% a marzo, 2,7% ad aprile.
Taglio a giugno, dunque, anche se fra le mille incertezze (specie geopolitiche) «nessun impegno» sul percorso dei tassi per il resto dell'anno. Dalle minute emerge, però, che il pressing di diversi governatori 'colombe' si fa più intenso.
Se da una parte i tassi di mercato si stanno allentando - i dati di Bankitalia dicono che quelli sui mutui a marzo segnavano 4,21% dal 4,31% di febbraio - dall'altra anche tagliando a giugno i tassi dal record attuale resteranno in territorio restrittivo ancora per qualche tempo. E «la riduzione del bilancio dell'Eurosistema sta avendo un effetto restrittivo sull'economia».
Meglio correre il rischio di tagliare in anticipo piuttosto che rischiare che le aspettative di inflazione finiscano per distanziarsi dall'obiettivo del 2% al ribasso a detrimento della crescita. Ecco perché diversi governatori già il mese scorso «erano sufficientemente fiduciosi» di poter tagliare immediatamente.