Con l'apertura delle borse americane continua il «lunedì nero» della finanza mondiale. A soffrire soprattutto i titoli delle Big Tech.
NEW YORK - Prima l'Asia, poi il Vecchio Continente e infine (di nuovo, perché proprio da lì era partita) in quel di Wall Street.
L'onda negativa delle borse torna a infrangersi sugli States con un'apertura delle contrattazioni in quel di Wall Street da mani nei capelli e un negativo da 1'072 punti (-2,7%) per il Dow Jones. Peggio ancora il Nasdaq a quota - 6,3%. Un calo più aspro, anche se più o meno analogo, a quello verificatosi venerdì.
Il contesto, in brevissimo: una percepita debolezza della Federal Reserve, unita ai dati poco rassicuranti sull'occupazione, hanno causato un tracollo lo scorso venerdì, per timori di recessione. A questa scossa si è unita la decisione della Banca centrale giapponese di aumentare i tassi d'interesse, rendendo lo yen più forte e complicando le cose per tutti quegli investitori Usa che avevano speculato sullo yen svalutato.
Una «Tempesta perfetta», come è stata definita da diversi, ha quindi impazzato sulle borse anche questo lunedì scuotendo duramente anche le criptovalute. A sorridere, se si può usare questo termine, è stato solamente il franco.
«La paura sta imperversando in quel di Wall Street», scrive la CNN citando il suo indice “Fear & Greed” (che al momento segnala «Paura estrema», ndr.). Lo stesso vale per un altro indice utilizzato per valutare la volatilità dei mercati, il VIX arrivato a livelli di gravità equiparabili a quelli dell'inizio della pandemia.
Sempre secondo l'emittente Usa, molti starebbero vendendo per panico e per tamponare le perdite. I più coraggiosi, invece, “resistono” approfittando della situazione per accaparrarsi titoli altrimenti pregiati: «È una giornata all'insegna degli umori negativi», commenta Jamie Cox, trader della Harris Financial Group, «per alcuni questo momento era atteso e ineluttabile, per noi invece è un'opportunità per fare degli acquisti in saldo».
Al momento, i titoli tecnologici della cosiddetta Big Tech - che sono un po' la spina dorsale del sistema finanziario americano - stanno subendo il contraccolpo maggiore all'apertura: Nvidia (-9,56%), Alphabet (-3,49%), Meta (-4,5%) e Apple (-5,82%). Nella mattinata (ora locale, ovviamente) i titoli hanno mostrato una timida risalita.
Sale la pressione sulla Fed, come riportato dal New York Times sarebbero diverse e insistenti le voci che si aspettano un intervento a sorpresa (e straordinario) della Federal Reserve per un taglio sui tassi d'interesse.
L'ultima volta che si era verificato un intervento d'emergenza di questo tipo era stato a marzo 2020, sempre durante la pandemia da Covid. La misura faceva parte «di una risposta su più fronti» - come l'aveva definita il presidente della Fed Jerome Powell - al virus.
Trump coglie la palla al balzo e parla di “Kamala Crash”, il candidato repubblicano alla presidenza ha approfittato della difficile situazione del mercato per tirare una stoccata alla rivale Kamala Harris, in un post sul suo social Truth.
«La borsa è in caduta libera, le statistiche dell'occupazione sono pessime, stiamo andando verso una terza guerra mondiale e abbiamo due dei peggiori "leader" della storia. Le cose non vanno bene!», ha postato in maiuscoletto. «Kamala Harris non sa cosa sta facendo, e Biden sta ancora dormendo... che leadership inetta!», ha poi nuovamente rincarato la dose.
Un po' diversi toni quando, a febbraio e marzo 2020, la borsa si era trovata in una situazione analoga e alla Casa Bianca risiedeva lui: «Il mercato mi sembra ottimo, è il momento giusto di comprare!», aveva cinguettato.
In Europa tutti chiudono in rosso
Non è bastata la lieve ripresa mostrata verso fine mattinata a Wall Street per scongiurare un rosso diffuso in tutte le Borse europee. Fa peggio di tutti Berna che, al termine delle contrattazioni, colleziona un -2,80%. Segue Milano (-2,27%), Londra (-2,04%), Francoforte (-1,82%) e Parigi (-1,42%).