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UNIONE EUROPEAL'UE ha approvato i dazi sulle auto elettriche cinesi, si arriva anche al 36,3%

04.10.24 - 12:16
È la risposta di Bruxelles ai maxi sussidi, definiti «sleali», che Pechino ha concesso all'industria automobilistica.
Imago/NurPhoto
Un'auto della marca cinese BYD alla fiera ChinaJoy di Shanghai.
Un'auto della marca cinese BYD alla fiera ChinaJoy di Shanghai.
Fonte Ats ans
L'UE ha approvato i dazi sulle auto elettriche cinesi, si arriva anche al 36,3%
È la risposta di Bruxelles ai maxi sussidi, definiti «sleali», che Pechino ha concesso all'industria automobilistica.

BRUXELLES - Via libera dei paesi Ue all'introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino: lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles.

La votazione si è tenuta nel contesto del Comitato difesa commerciale (Tdi), composto per lo più da funzionari dei singoli governi e non dai rappresentanti permanenti.

Tecnicamente il via libera si configura come una "no opinion": la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi non è stata raggiunto e questo comporta che l'esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina.

Sulla proposta della Commissione di introdurre i nuovi dazi dieci paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti. Numeri che non hanno permesso di raggiungere quindi la maggioranza qualificata necessaria per fermare il testo. La Commissione quindi potrà procedere quando riterrà opportuno.

«Un supporto necessario» - Il via libera dei paesi Ue ai dazi alle auto elettriche cinesi «rappresenta un ulteriore passo avanti verso la conclusione dell'indagine antisovvenzioni della Commissione» sui sussidi di Pechino. Lo scrive in una nota l'esecutivo europeo, dopo che il voto dei 27 paesi.

Al Comitato per la difesa commerciale non è stata raggiunta né la maggioranza qualificata a favore o contro la proposta di Bruxelles di imporre i dazi definitivi contro la Cina. Una circostanza che lascia dunque nelle mani dell'esecutivo di Ursula von der Leyen la decisione.

Bruxelles assicura di «continuare a lavorare sodo» con Pechino «per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con l'Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall'indagine della Commissione, monitorabile e applicabile».

La Commissione Ue ricorda che il regolamento con le conclusioni definitive dell'indagine dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale entro il 30 ottobre.

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