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OROOro: è boom. E tra gli svizzeri c'è chi lo nasconde in giardino

22.10.24 - 10:39
L'ultimo anno ha fatto segnare un quasi +40% sul prezzo del metallo giallo, BofA lo vede a 3mila Usd. L'esperto: «Alternativa al dollaro».
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Oro: è boom. E tra gli svizzeri c'è chi lo nasconde in giardino
L'ultimo anno ha fatto segnare un quasi +40% sul prezzo del metallo giallo, BofA lo vede a 3mila Usd. L'esperto: «Alternativa al dollaro».

SAVOSA - Di record in record, attestandosi ormai da giorni sopra la soglia dei 2700 dollari. Parliamo dell'oro, che anche ieri si confermava ai massimi storici, sopra ai 2730 dollari l'oncia, in un trend rialzista prolungato (+40% in un anno) e che oggi, con consegna immediata, è scambiato a 2735,53 dollari l'oncia (+0.58%). E in tutto questo non sono pochi gli esperti, su tutti la Bank of America, a vederlo a 3000 dollari entro il 2025.

Oro e svizzeri - Prima di addentrarci su cosa possa esserci dietro l'apprezzamento del metallo prezioso, val la pena riferire quanto emerge dall'indagine "Precious Metal Study 2024” condotto dall’Università di San Gallo (HSG), che stima in 200 le tonnellate d'oro appartenenti a privati cittadini ​​svizzeri. Secondo la ricerca, il 39% conserva il proprio "tesoretto" in banca, il 9% presso commercianti di preziosi, mentre il 20% lo nasconde dove abita. Per la precisione, il 15% in casa e il 5% in giardino. Sottoterra ci sarebbe quindi un vero e proprio tesoro: circa 10 tonnellate, ossia l'equivalente di 750 milioni di franchi.

Il rally - Ma veniamo a cosa c'è alla base all’attuale corsa all'oro, sempre più rifugio per eccellenza. Primo. Il persistere dell’instabilità geopolitica in Medio Oriente, così come nei territori russo-ucraini. Secondo. L'incertezza politica, con le elezioni Usa in corso e il timore che la vittoria di Trump possa soffiare sull'inflazione. «Gli attuali sondaggi mostrano Donald Trump in ascesa.- Ha spiegato a questo riguardo Carsten Fritsch della Commerzbank tedesca -. Se a gennaio tornasse alla Casa Bianca, i rischi di inflazione aumenterebbero notevolmente».

Ma dietro al boom, oltre a quanto sopra, agli acquisti delle Banche Centrali e al ritorno degli investitori occidentali, c'è poi la relazione inversa prezzo dell'oro e tassi di interesse. Al diminuire di questi ultimi - e conseguente minor appeal degli investimenti come i depositi -, cresce la domanda di metallo giallo. Così, terzo elemento a pesare sulle quotazioni "bollenti" è l'aspettativa di ulteriori tagli dei tassi. Una politica monetaria meno restrittiva che ha reso appetibile tutto il settore "preziosi", oltre che estendere il rally anche ad argento, platino e palladio.

Oro per "tutte le stagioni" - Ma è qui che si inserisce un’interessante riflessione dell'economista e presidente del Queens' College di Cambridge Mohamed El-Erian, che sul Financial Times suggerisce come "stranamente", nell'abbattere un record dopo l'altro con una crescita lineare, in quest'ultimo anno il prezzo dell'oro sembra essersi di fatto sganciato da tutti i suoi «influenzatori storici» che abbiamo sin qui elencato e che di fatto lo rendono appetibile in "tutte le stagioni". Ma allora, cosa c'è dietro questo rally prolungato?

Secondo l'esperto, nonché consulente di Allianz e Gramercy, gli acquisti aurei delle Banche Centrali non si giustificherebbero solo con una ricerca di diversificazione di ricchezza ma anche con la necessità di «esplorare possibili alternative al sistema di pagamenti basato sul dollaro». Scelta che si autoalimenta, a suo dire, con la perdita di fiducia nel ruolo egemone, in campo politico e finanziario, degli States. Con Paesi, come ad esempio la Russia che, nonostante le sanzione e l'esclusione dal sistema Swift, è stata in grado di crescere aggirando il sistema dollaro centrico.

Dunque, sebbene non sembri esserci una valuta che possa - o voglia - sostituire il biglietto verde, è pur vero che il consolidarsi di canali finanziari alternativi possono col tempo erodere il potere del dollaro e frammentare così gli equilibri globali. Eventualità che porterebbe con sé scenari imprevedibili e sui quali l'Occidente farebbe meglio a riflettere.

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