I principali asset finanziari a livello mondiale sono notevolmente saliti di prezzo con l'elezione del tycoon
NEW YORK - Mercati e borse in tutto il mondo sono letteralmente esplosi nella mattina di mercoledì, mentre venivano annunciati i risultati delle presidenziali americane. I principali asset finanziari a livello mondiale, come l'S&P 500 (un aggregato delle principali aziende americane quotate in borsa) o il mercato della Nasdaq di Wall Street hanno sempre raggiunto cifre da capogiro il giorno delle elezioni americane. Ma questa volta, la spinta sembra essere stata particolarmente forte. E questo per una moltitudine di fattori.
Le dichiarazioni del neo-presidente Donald Trump, che durante la campagna elettorale aveva più volte sottolineato la sua intenzione di diminuire le tasse sui proventi delle attività finanziarie, i cosiddetti "capital gains", hanno sicuramente avuto un ruolo importante. La candidata democratica Kamala Harris, dal canto suo, aveva improntato parte della sua campagna politica sul finanziamento delle prestazioni sociali dello Stato, che ha ripetutamente dichiarato di voler finanziare aumentando le tasse sui proventi degli investimenti finanziari. Dichiarazioni che non avevano mancato di far storcere il naso ai finanzieri di Wall Street e agli esponenti del mondo delle criptovalute.
Al contrario Trump è riuscito a guadagnarsi la fiducia dei detentori di criptovalute. In molte occasioni si era espresso in materia: «Con Bitcoin, forse, potremmo risanare il debito pubblico», aveva dichiarato durante un comizio, promettendo che le ultime monete dell'oro digitale verranno prodotte negli Stati Uniti. Il risultato? Un nuovo record di prezzo per Bitcoin, che nella mattinata di mercoledì ha superato i 75mila dollari.
Naturalmente anche le azioni di Tesla sono salite alle stelle. L'importante contributo finanziario di Elon Musk alla campagna politica del tycoon non ha mancato di dare i suoi frutti. In un solo giorno sono salite di oltre il 30%.
Non si può dire lo stesso per la borsa europea, in particolare per le aziende attive nel settore automobilistico, farmaceutico e quello delle energie rinnovabili, che hanno subito un calo con la vittoria di Trump. Da sempre il tycoon sventola la bandiera della dei dazi doganali e intende implementare una serie di misure protezioniste durante il suo mandato. Cattive notizie, insomma, per aziende come BMW e Volvo.