Il governo cinese ha aperto un'indagine contro il colosso statunitense dei microchip
PECHINO - La Cina ha lanciato un'indagine antitrust contro Nvidia per «presunte pratiche monopoliste». Lo riferiscono i media statali di Pechino.
La State Administration for Market Regulation, il principale regolatore di mercato della Repubblica popolare, ha riferito di aver avviato un'indagine su Nvidia, il colosso Usa leader mondiale nei microchip per l'intelligenza artificiale, «per sospetti comportamenti monopolistici», secondo quanto detto dal network statale Cctv.
Nvidia è sospettata di aver violato la legge cinese anti-monopolio, nonché la decisione di revisione antitrust dell'Authority sull'acquisizione di Mellanox Technologies, progettista di chip israeliano.
Le contestazioni emerse oggi riguardano l'accordo raggiunto nel 2020 quando Pechino diede a Nvidia un'approvazione condizionale per la sua acquisizione da 6,9 miliardi di dollari di Mellanox Technologies.
La mossa è un'apparente risposta alle restrizioni appena inasprite sull'export di microchip da Washington contro Pechino, in aggiunta al divieto o ai maggiori controlli decisi una settimana fa dalla Cina sulle spedizioni di materie prime essenziali verso gli Stati Uniti, alla base della produzione di chip e di applicazioni militari, quindi caratterizzate dal "dual use", civile e militare.
La Cina fa ancora molto affidamento sui chip di Nvidia per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, ma l'azienda californiana può vendere solo versioni declassate dei suoi prodotti IA a causa dei controlli sulle esportazioni di Washington volti a frenare i progressi cinesi nel settore.
Il Dragone ha rappresentato circa il 15,4% del fatturato totale di Nvidia nel trimestre conclusosi a fine ottobre.