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MONDOSe l'oro risale... è merito dello zolfo

30.12.24 - 18:40
Scoperto il meccanismo che spinge alla risalita del metallo prezioso verso la superficie terrestre
Depositphotos (robertohunger)
Fonte Ats Ans
Se l'oro risale... è merito dello zolfo
Scoperto il meccanismo che spinge alla risalita del metallo prezioso verso la superficie terrestre

PECHINO - È lo zolfo il vero motore che spinge la risalita dell'oro dal mantello alla superficie terrestre, favorendo la formazione di ricchi depositi vicino ai vulcani: lo dimostra un nuovo modello termodinamico sviluppato da un team internazionale di ricerca guidato dalla China University of Geosciences di Pechino. Lo studio, utile per indirizzare nuove missioni esplorative, è pubblicato sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas).

I depositi d'oro associati ai vulcani si formano nelle cosiddette zone di subduzione in cui una placca della crosta terrestre scivola sotto un'altra facilitando la risalita di magma dal mantello sottostante, proprio come accade nella cintura di fuoco nel Pacifico. «In tutti i continenti attorno all'Oceano Pacifico, dalla Nuova Zelanda all'Indonesia, alle Filippine, al Giappone, alla Russia, all'Alaska, agli Stati Uniti occidentali e al Canada, fino al Cile, abbiamo molti vulcani attivi», spiega uno degli autori dello studio, Adam Simon dell'Università del Michigan. «Tutti questi vulcani attivi si formano in zone di subduzione. Gli stessi tipi di processi che determinano le eruzioni vulcaniche sono processi che formano depositi d'oro».

Nelle zone di subduzione in cui la placca del Pacifico scivola sotto le placche continentali vicine, si possono creare particolari condizioni di pressione e temperatura che favoriscono il passaggio di ioni trisolfuro dalla placca in subduzione al mantello: qui avviene il legame con l'oro, che dà vita a un complesso molecolare altamente mobile nel magma.

I ricercatori lo hanno dimostrato attraverso un nuovo modello termodinamico basato su esperimenti di laboratorio condotti in condizioni controllate di temperatura e pressione. I risultati «forniscono una robusta comprensione di ciò che porta in certe zone di subduzione alla produzione di depositi minerali molto ricchi di oro», aggiunge Simon. «Combinare i risultati di questo studio con studi esistenti migliora la nostra comprensione di come si formano i depositi di oro e può avere un impatto positivo sull'esplorazione».

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