Gli effetti della pandemia iniziano a farsi sentire
BERNA - Iniziano a farsi vedere le conseguenze del coronavirus. L'export svizzero è calato drasticamente nel corso del mese di febbraio.
Le esportazioni si sono attestate a 18,6 miliardi di franchi, scendendo nominalmente del 5,0% rispetto al mese precedente. A pesare è stata la contrazione del settore chimico-farmaceutico (-7%, 671 milioni in meno) e di quello orologiero (-12%, 224 milioni in meno).
Le importazioni si sono da parte loro contratte dell'1,4% a 16,6 miliardi, indica l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) in un comunicato odierno. In termini reali - ossia con i valori corretti in base all'evoluzione dei prezzi - si è assistito rispettivamente a una flessione del 3,3% (export) e dello 0,1% (import). La bilancia commerciale mostra un'eccedenza di 2,0 miliardi.
A livello regionale spicca il balzo della Cina: in febbraio le forniture di merci elvetiche al Paese sono salite del 40%, un incremento dovuto alle restrizioni imposte in gennaio per frenare la diffusione del coronavirus e al capodanno cinese. L'export verso Europa (-9%) e Nordamerica (pure -9%) è sensibilmente diminuito.
Sul fronte settoriale, il comparto di gran lunga più importante, quello chimico-farmaceutico, ha segnato una contrazione in termini reali del 5,3% a 9,3 miliardi a causa del calo della domanda di medicamenti, nonché di componenti di base. Sono per contro salite le vendite all'estero di macchine ed elettronica (+1,2%).
Da parte sua l'orologeria fa segnare il fatturato estero più basso dal settembre 2018: lo smercio del Made in Switzerland è diminuito dell'8,9% a 1,7 miliardi.
In Europa il coronavirus ha cominciato a far notizia veramente solo a fine febbraio. Nel frattempo quasi tutto il continente si trova in una situazione d'emergenza: non è perciò difficile prevedere che i dati del commercio estero di marzo subiranno una flessione ancora più forte.