Con un pacchetto di misure extra che sarebbe imminente: «Uscire dall'emergenza ed evitare la seconda ondata»
BERNA - La Confederazione vuole fornire altri incentivi a medio e lungo termine per stimolare l'economia, duramente colpita dalla crisi scaturita dalla pandemia.
Lo afferma il consigliere federale Guy Parmelin in un'intervista pubblicata oggi dalla NZZ am Sonntag, aggiungendo che il governo intende varare un pacchetto di misure. Anche il settore pubblico sarà chiamato a intervenire.
Lo Stato potrebbe, ad esempio, accelerare i progetti già approvati per fornire una prospettiva alle aziende, spiega il ministro dell'economia, citando in particolare quelli infrastrutturali. Il Consiglio federale vuole inoltre sfruttare il suo margine di manovra e privilegiare il più possibile le imprese svizzere nelle gare di appalto pubbliche.
Il pacchetto deve essere lanciato al più presto, prosegue Parmelin, sottolineando che ciò è importante da un punto di vista psicologico, in modo che le persone possano riacquistare fiducia.
Il ministro si dice inoltre convinto che gli accordi di libero scambio saranno ancora più importanti dopo la crisi. Quando organizzazioni internazionali come l'OMC (WTO) sono bloccate e grandi potenze come gli Stati Uniti si chiudono su se stesse, la Confederazione deve garantire l'accesso al mercato all'industria svizzera attraverso accordi di libero scambio, sostiene.
Come altro provvedimento, il ministro cita l'abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali, su cui il Consiglio nazionale si esprimerà in giugno. In generale, Parmelin spera in una normalizzazione in tempi brevi, in modo che l'economia possa tornare a pieno regime.
«Dobbiamo uscire dallo stato di emergenza il più rapidamente possibile e allo stesso tempo prevenire una seconda ondata». Sarà inoltre essenziale evitare che datori di lavoro e dipendenti debbano pagare maggiori contributi, aggiunge il ministro, che sottolinea come questo ridurrebbe il potere d'acquisto. Per farlo sono però necessari ulteriori fondi federali.
Parmelin non fornisce dettagli sull'ammontare dei fondi federali. Secondo il direttore del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF), Jan-Egbert Sturm, la crisi potrebbe aprire un buco di 20 miliardi di franchi nell'assicurazione contro la disoccupazione.