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SVIZZERALa BNS: «Le banche svizzere dovrebbero resistere alla crisi»

18.06.20 - 08:15
Lo sostiene un suo recente rapporto che parla soprattutto delle prospettive di Ubs e Credit Suisse
Keystone
La BNS: «Le banche svizzere dovrebbero resistere alla crisi»
Lo sostiene un suo recente rapporto che parla soprattutto delle prospettive di Ubs e Credit Suisse
Per quanto riguarda il PIL le previsioni sono di una contrazione del 6%

La crisi del coronavirus e le prospettive economiche fortemente offuscate pongono le banche svizzere di fronte a grandi sfide. Secondo la Banca nazionale svizzera (BNS), tuttavia, anche la maggior parte degli istituti che si concentrano sul mercato interno dovrebbe sopravvivere a questa tempesta

Nell'attesa che l'economia globale guarisca le sue ferite e torni alla normalità, le banche svizzere dovranno stringere i denti, ha sottolineato la BNS nel suo "Rapporto sulla stabilità finanziaria 2019" pubblicato oggi. Ciò vale in particolare per UBS e Credit Suisse.

La Banca nazionale prevede un peggioramento dei risultati della gestione patrimoniale e dell'investment banking per questi due istituti di importanza sistemica. Ciononostante ritiene che UBS e il Credit Suisse siano ben capitalizzati e ben posizionate per affrontare le difficoltà senza grossi ostacoli.

PIL in contrazione del 6% - La BBNS prevede per l'anno in corso una contrazione del prodotto interno lordo (Pil) di circa il 6%. Nel contempo mantiene invariata la sua politica monetaria, orientata agli interessi negativi per evitare un rafforzamento ritenuto eccessivo del franco.

Stando a quanto comunicato stamane l'istituto d'emissione lascia fermo al -0,75% il suo tasso guida, confermando anche gli interessi negativi, pure del -0,75%, sui conti giro presso la BNS.

La conferma di questi dati, ampiamente prevista dagli analisti, non era una sorpresa. L'interesse degli investitori, alla vigilia del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria, era quindi focalizzato sulle prospettive congiunturali. Si trattava in particolare di sapere se l'entità guidata da Thomas Jordan si sarebbe accodata al pessimismo mostrato da altre grandi banche centrali, sulla scia della crisi innescata dal coronavirus.

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