Lo rileva Adecco. «Colpite le professioni in cui il contatto personale è di primaria importanza», ma non solo.
BERNA - La pandemia ha fatto crollare il numero di posti di lavoro vacanti nel secondo trimestre dell'anno, osserva Adecco Svizzera. La caduta è «vertiginosa» e la situazione è più grave rispetto alla crisi finanziaria del 2008-2009, sottolinea l'azienda. La Svizzera latina è più colpita.
Nell'arco di tre mesi, tra aprile e giugno, le offerte di lavoro sono calate del 27% in Svizzera, afferma il gigante del lavoro temporaneo, che oggi ha pubblicato il suo Swiss Job Market Index. Il sondaggio, condotto in collaborazione con l'Università di Zurigo, mostra che tutte le categorie sono interessate, ma in misura diversa.
«Praticamente tutti i settori della vita pubblica sociale, economica e culturale si sono dovuti fermare da un giorno all'altro, per prevenire la diffusione incontrollabile del Covid-19. Di conseguenza, sono particolarmente colpite le professioni in cui il contatto personale è di primaria importanza e viene gestito in modo molto tempestivo, come ad esempio nel settore dell'ospitalità e dei servizi alla persona», afferma Anna von Ow dell'Istituto di Sociologia dell'Uni di Zurigo, citata in una nota.
Il settore alberghiero e della ristorazione così come quello dei servizi alla persona subiscono il calo più forte, con un -39%, seguiti dal commercio e dalle vendite, dal segmento uffici e amministrazione e dal management e organizzazione (-35% per tutti e tre). L'industria (-21%) e la salute (-22%) sono meno colpite.
Secondo Adecco Svizzera, le diminuzioni più contenute sono state registrate nel settore della tecnologia e delle scienze naturali (-17%) e in quello delle costruzioni e delle finiture (-18%).
Alcune professioni non sono state in grado d'invertire la tendenza, nonostante la possibilità di ricorrere al telelavoro, come il settore bancario, finanziario, contabile e assicurativo, i cui posti di lavoro vacanti sono diminuiti del 19%.
«Partiamo dal presupposto che la situazione attuale accelererà i processi di trasformazione, portando a un'ulteriore automazione e digitalizzazione dei processi di produzione e di lavoro», afferma Monica Dell'Anna, Ceo di Adecco Svizzera.
La Svizzera latina, più gravemente colpita dal coronavirus, registra una riduzione leggermente maggiore del numero di annunci di lavoro rispetto alla parte tedescofona del Paese.
La regione del Lemano (insieme al Vallese) e l'Espace Mittelland - che comprende i cantoni di Friburgo, Neuchâtel, Giura e Berna - hanno registrato il calo maggiore, pari al 29%. Nella parte di lingua tedesca, tutte le aree geografiche hanno registrato cali superiori al 20%. La Svizzera orientale ha registrato un calo del 24%.
Secondo Anna von Ow, la Svizzera sta attraversando una crisi che attualmente è molto peggiore delle precedenti, in particolare quella finanziaria del 2008-2009, quando l'impatto è stato meno «improvviso».
«L'aspetto positivo è che si è raggiunto il fondo. Il numero di annunci di lavoro si è stabilizzato a un livello basso dopo il brusco crollo delle prime tre settimane. Ma non possiamo ancora parlare di una chiara inversione di tendenza. Ciononostante, si spera in una ripresa relativamente rapida. Nel confronto internazionale, la risposta alla pandemia della Svizzera è ottima, grazie alle rapidissime misure di politica economica attuate», afferma Dell'Anna.
L'Adecco Swiss Job Market Index viene pubblicato quattro volte all'anno e si basa su un conteggio trimestrale rappresentativo dei posti di lavoro vacanti nella stampa, nei portali di lavoro online e nei siti web aziendali.