Lo scambio di vedute tra i partecipanti sulle conseguenze della pandemia è stato «proficuo»
BERNA - Mettere in luce i problemi e le misure necessarie per accelerare il ritmo di ripresa delle esportazioni svizzere. È con questi obiettivi che il consigliere federale Guy Parmelin ha organizzato oggi una tavola rotonda in presenza dei rappresentati dell'industria elvetica.
Lo scambio di vedute tra i partecipanti sulle conseguenze della pandemia è stato «proficuo», indica il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) in una nota.
Nel corso dell'incontro, l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) si è espressa a favore di un rispetto «senza compromessi» del freno all'indebitamento. Quanto avviene all'estero non deve fungere da modello per la Svizzera, indica l'organizzazione in una nota, nella quale chiede una riduzione rapida dei debiti legati al Covid-19.
L'USAM accoglie inoltre con favore la decisione del Consiglio federale di elaborare un disegno di legge concreto volto a contenere gli oneri amministrativi e a introdurre un freno alla regolamentazione.
Nel secondo trimestre del 2020 il commercio estero svizzero ha fatto registrare un calo storico: tutti i comparti hanno subito una diminuzione, indica il DEFR nella sua nota. Nonostante qualche spiraglio di luce e una lieve tendenza al rialzo registrati a giugno, per gli esportatori svizzeri le sfide e le incertezze rimangono considerevoli.
Alla tavola rotonda hanno preso parte 19 associazioni economiche e camere di commercio, la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), Switzerland Global Enterprise (S-GE), la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI) con la sua rete Swissnex, Presenza Svizzera (PRS, DFAE) e l'Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni (ASRE).