Per ora si tratta di «tagli all'organico relativamente blandi», spiegano gli esperti ma le commissioni sono molto calate
BERNA - Sono relativamente pochi gli impieghi persi finora dall'industria svizzera in seguito al coronavirus, ma la situazione rischia di cambiare presto.
«Dobbiamo aspettarci un aumento della disoccupazione nell'industria nei prossimi mesi», spiega all'agenzia Awp Karsten Junius, capoeconomista presso J. Safra Sarasin. «L'aumento sarà però meno pronunciato rispetto a quello che vi sarà nei servizi, dove abbiamo i tassi più alti nel campo della vendita».
«Considerata la situazione degli ordinativi è corretto dire che i tagli di organico del ramo comunicati finora sono stati relativamente blandi», afferma Remo Rosenau, responsabile ricerca presso Helvetische Bank.
«È chiaro che senza il lavoro ridotto le cose sarebbero certamente molto diverse», secondo l'esperto comunque le aziende industriali hanno un elevato grado di solidità e flessibilità, perché il settore ha imparato ad affrontare una sorta di situazione di crisi permanente dopo lo shock del franco nel 2015.
Stando agli ultimi dati di Swissmem, l'organizzazione padronale dell'industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica, nel secondo trimestre le nuove commesse sono scese di un quinto: si attendono ora con impazienza i dati della terza parte dell'anno. Sul fronte occupazionale, dei 320'000 posti censiti nel primo trimestre ne sono andati persi, fra aprile e giugno, circa 3200, vale a dire l'1%: un calo che l'associazione considera moderato, viste le circostanze.
Ma il lavoro ridotto non potrà aiutare in eterno. Anche perché la situazione sanitaria si presenta nel frattempo più fosca che un mese fa. Per il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher è chiaro che non ci si può attendere una ripresa rapida: ci vorrà del tempo prima di potere tornare ai livelli di attività pre-Covid.