Chocosuisse si dichiara preoccupata per i posti di lavoro e chiede regolamentazioni più favorevoli
La flessione delle vendite di cioccolato interessa sia il mercato interno (-14,9%) che le esportazioni (-13,9%)
ZURIGO - Gli effetti della pandemia di coronavirus hanno messo fortemente sotto pressione anche l'industria svizzera del cioccolato.
Tra gennaio ed agosto il giro d'affari è calato del 14,3%. L'associazione del ramo Chocosuisse teme per i posti di lavoro e chiede la rimozione di «regolamentazioni dannose per la piazza elvetica».
La flessione delle vendite interessa sia il mercato interno (-14,9%) che le esportazioni (-13,9%), si legge in un comunicato odierno. Tra maggio ed agosto il settore ha perfino subito una contrazione del 21,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
In Svizzera erano colpiti soprattutto i punti vendita con elevato afflusso di clienti e turisti stranieri. Al contempo è anche aumentata la quantità di cioccolato importata.
Per quanto riguarda le esportazioni, che rappresentano il 70% dei volumi di vendita complessivi, sono stati colpiti soprattutto i punti vendita legati ai viaggi e la gastronomia alberghiera, congressuale e turistica. Una ripresa in questi importanti mercati non è in vista.
Facendo riferimento alle «regolamentazioni protezionistiche» che mettono in pericolo la piazza elvetica, Chocosuisse chiede ora alla politica di agire. A causa della protezione doganale ingredienti quali lo zucchero e le materie prime del latte in Svizzera sono molto più cari che nei paesi confinanti. Meccanismi di compensazione sono «incompleti o inesistenti».
Secondo l'associazione, una proposta mandata in consultazione dalla Commissione dell'economia del Consiglio nazionale vuole «estendere tale misura protezionistica», un fatto incomprensibile per Chocosuisse, secondo cui bisognerebbe invece «eliminare urgentemente le distorsioni della concorrenza esistenti».
L'industria svizzera del cioccolato comprende 16 fabbriche con 4'840 dipendenti. Nel 2019 ha prodotto 200'274 tonnellate generando un giro d'affari di 1,79 miliardi di franchi.