Nel primo semestre sono stati spesi 90 miliardi di franchi per evitare un rafforzamento del franco
ZURIGO - Anche in futuro sarà possibile, per la Banca nazionale svizzera (BNS), perseguire una politica monetaria basata su tassi d'interesse negativi: lo afferma il vicepresidente Fritz Zurbrügg, aggiungendo però che l'istituto è consapevole dei problemi che si verificano quando i tassi scendono al di sotto di una certa soglia.
In dichiarazioni rilasciate ieri e riportate dalla Reuters, Zurbrügg ha anche ricordato come la BNS stia impiegando quest'anno più denaro per interventi volti ad evitare un rafforzamento del franco, in un contesto generale dominato dalla pandemia di coronavirus.
Nel solo primo semestre dell'anno sono stati spesi a questo scopo 90 miliardi di franchi, molto di più che nei quattro anni precedenti, ha detto il 60enne che in passato ha lavorato anche per l'Amministrazione federale delle finanze e per il Fondo monetario internazionale (FMI). Se il franco si fosse apprezzato maggiormente l'impatto negativo del Covid-19 sull'economia elvetica sarebbe stato ancora più elevato di quanto non sia già stato, ha sottolineato l'esperto con dottorato in economia.
Come noto i tassi di interesse negativi sui conti giro della BNS sono stati introdotti nell'ormai lontano - finanziariamente parlando - gennaio 2015.