Il loro potenziale non viene utilizzato in modo sostenibile, afferma il presidente di TX Group Pietro Supino
ZURIGO - Il presidente degli editori svizzero-tedeschi Pietro Supino ritiene che i social media rappresentino un pericolo per la democrazia, piuttosto che un'opportunità per il settore dell'informazione.
Intervenendo oggi alla tradizionale conferenza d'inizio anno dell'associazione "Verband Schweizer Medien" - che si è tenuta in forma ridotta e in livestream - Supino ha paragonato l'importanza dei social per il settore da lui rappresentato alla primavera araba.
Anche in relazione ai social non è rimasto molto delle speranze iniziali, proprio come accaduto con le rivolte iniziate dieci anni fa nel mondo arabo. Questo perché il potenziale delle "reti sociali" non viene utilizzato in modo sostenibile.
Pietro Supino - che è anche presidente di TX Group, di cui fa parte Tamedia - ritiene che sia nella natura delle cose che i social media possano insidiare il dibattito pubblico. «Peggio ancora, se si considera che non di rado i social vengono usati per manipolazioni attive».
Per il presidente di Schweizer Medien, «la cosa più incomprensibile» è che di questo pericolo non si sia tenuto conto nel progetto di legge sui media elettronici. Agendo da veri opportunisti, gli attori che dominano il mercato della pubblicità digitale mettono in pericolo anche il modello di business delle aziende che investono nel giornalismo serio, ha detto Supino.
La priorità - ha concluso Supino - andrebbe data all'alfabetizzazione mediatica e al rafforzamento delle infrastrutture. Queste misure sono migliori e più sostenibili «rispetto al versamento di sussidi ad aziende che mettono inevitabilmente in pericolo l'indipendenza dei media».
Un chiaro riferimento, quest'ultimo, alla legge ancora all'esame delle Camere federali con cui il Consiglio federale, sulla scia della pandemia, intende sostenere sia i media stampati che quelli elettronici.