Il progetto DigiKoop ha avviato la fase pilota nelle regioni di Gstaad, del comprensorio dell'Aletsch e in Prettigovia
L'iniziativa, che ha preso il via nel 2019, è promossa dall'Associazione dei Comuni Svizzeri e punta sulla sinergia tra modelli di business sviluppati su misura per le singole realtà regionali e incentivi per gli attori coinvolti.
BERNA - Pensate a una rete digitale che si sviluppa attraverso le aree turistiche e rurali della Svizzera, quelle che per definizione si trovano inevitabilmente più isolate. E non si parla di cavi che scorrono letteralmente nelle profondità delle valli, ma di cooperazione e digitalizzazione tra i singoli attori che operano in queste realtà.
È questo, ridotto all'essenziale, l'obiettivo del progetto DigiKoop, avviato nel 2019 e tradotto ora sul campo, attraverso tre progetti pilota. Il settore turistico nelle zone rurali è confrontato a sfide strutturali in cui a pesare è una sorta di "digital divide" sintomatico alla natura frammentata della sua catena di valore. È uno scenario popolato da tante piccole entità, che attraverso questi nuovi modelli di cooperazione possono al contempo migliorare la competitività nel settore, con offerte più accattivanti per i turisti, e creare un valore aggiunto che sia sostenibile nel lungo periodo.
Il progetto, promosso dall'Associazione dei Comuni Svizzeri (ACS), viene tenuto "a battesimo" nelle regioni di Gstaad, nel comprensorio dell'Aletsch e in Prettigovia con modelli e strumenti sviluppati su misura e creando un sistema di incentivi per le singole aziende. Ed è proprio nella sinergia di questi fattori che viene identificata la «ricetta per il successo», come spiegato da Conim Ag, l'azienda che assieme al Dipartimento di ricerca sul turismo dell'Università di Berna si occupa della gestione operativa del progetto.
Gli incentivi, ci spiegano, «sono legati al modello di governance che "regola" di fatto la cooperazione tra i diversi attori coinvolti. Ad esempio facendo in modo che tutti i partner possano avere un ritorno economico. Come? Può avvenire attraverso una ridistribuzione dei profitti in maniera equa. In questo modo tutti i partner hanno motivo di sostenere e portare avanti la cooperazione».
Progetti e reti su misura
Come detto, i concetti sono stati sviluppati in modo diversificato sulla base dei "lineamenti" regionali. Nel caso del Saanenland ad esempio si è puntato su una carta digitale con offerte esclusive e di alta qualità per i suoi utenti. In Vallese è stata invece sviluppata una cooperazione tra hotel, dove - tramite la realizzazione di attività comuni - si punta a ridurre i costi d’esercizio, ad aumentare i ricavi e, non da ultimo. a sgravare gli albergatori da attività non essenziali.
Ma come funziona la "rete" in questo caso? «In una prima fase ci si è concentrati su compiti di routine che devono essere svolti, ma che non rappresentano un valore aggiunto diretto per gli ospiti. Per esempio sono state razionalizzate le attività di marketing online, che vengono svolte da un esperto per diversi alberghi. È stato inoltre creato un sito web specifico con offerte comuni».
Scenari diversi, quadro comune
Infine, c'è il progetto nei Grigioni, che si realizza nella forma di un "laboratorio alpino". Si tratta di un percorso in cui trovano spazio offerte culturali e formative, pernottamenti in diverse località e proposte gastronomiche locali. Una serie di "cornici" diverse quindi, che si inseriscono però all'interno di uno stesso quadro: offrire sia ai Comuni che agli stessi operatori uno sguardo su condizioni e possibilità nell'ambito della cooperazione regionale.
I risultati dei progetti pilota saranno presentati a fine settembre in occasione di un convegno organizzato a Berna dall'ACS.