Per il 19% degli imprenditori un nuovo confinamento significherebbe quasi sicuramente la chiusura definitiva
Lo indicano i risultati di un sondaggio condotto da localsearch
ZURIGO - Il 36% degli esercenti svizzeri si trova «in condizioni peggiori» rispetto a prima della pandemia, mentre un commerciante su cinque nutre tumori per il futuro, con una chiusura «quasi sicura» in caso di nuovo lockdown. Ciononostante, la metà dei commercianti ritiene di poter far tesoro della spinta alla digitalizzazione dovuta al Covid.
È quanto risulta da un sondaggio condotto da localsearch presso oltre 800 titolari e direttori di piccole aziende, i cui risultati sono stati pubblicati oggi dall'azienda con un comunicato ai media.
La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha recentemente ribadito che l’economia svizzera è in ripresa. Tuttavia, ciò non si riflette nell’umore di numerosi commercianti. Un intervistato su cinque (19%) dichiara infatti di essere «depresso, frustrato e di temere il futuro a causa della pandemia di coronavirus». Un altro 23% non si esprime in maniera così drastica, ma si riconosce almeno parzialmente in questa affermazione.
L'incubo di un nuovo lockdown
L'arrivo di un nuovo confinamento con misure rigide avrebbe poi conseguenze drammatiche per un numero considerevole di imprenditori. Per il 19% di loro questo significherebbe quasi sicuramente la chiusura definitiva. Un altro 12% ritiene che la propria attività sia fortemente a rischio.
Una solida maggioranza, pari al 70% dei titolari e direttori di piccole imprese, esclude invece categoricamente la chiusura o, per lo meno, la ritiene improbabile.
C'è anche qualcosa di positivo: il 56% dei commercianti vede nella spinta verso la digitalizzazione innescata dal coronavirus, «con codici QR, e-commerce, marketing digitale, servizi di consegna e pagamenti contactless», una grande opportunità per le loro attività commerciali. Solo un quarto (24%) si dice critico nei confronti della digitalizzazione.
Un occhio al futuro
Il 42% di tutti i commercianti, comunque, è ottimista nei confronti del futuro. Secondo loro, a lungo termine, la propria attività non risentirà delle conseguenze del Covid. Il 20% è invece fermamente convinto che ci potranno essere effetti negativi a lungo termine. Il 12% ne è «piuttosto convinto» e il 26% non lo esclude.
C'è stato un cambio di clienti? Non sembra. «La struttura della clientela delle imprese commerciali intervistate non è cambiata», secondo l’86% di tutti i proprietari o direttori. Tuttavia, i consumatori tendono a spendere di meno: più di un commerciante su due (56%) ha affermato che oggi i suoi clienti fissi spendono tendenzialmente di meno nel suo esercizio.
A livello geografico, i romandi risultano essere i più pessimisti. La percentuale di preoccupazione e di timori relativi al futuro è infatti più alta rispetto al resto della Svizzera.