Nonostante l'inflazione, non verranno annunciati grandi aumenti di stipendi, secondo l'Unione degli imprenditori
BERNA - Il presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori Valentin Vogt non si aspetta che vengano annunciati aumenti salariali generalizzati in Svizzera quest'autunno, nonostante l'alta inflazione e le richieste dei sindacati. «Sarà un autunno salariale come tutti gli altri», ha detto.
«In Svizzera non esiste una compensazione automatica dell'inflazione per i salari, né verso l'alto né verso il basso», dichiara Vogt in un'intervista pubblicata oggi dai giornali dell'editore CH Media. Inoltre fa notare che secondo le stime degli esperti, a causa del rallentamento congiunturale, l'inflazione non supererà il 2% entro la fine dell'anno.
Sottolinea che i salari sono in gran parte negoziati nelle imprese. «Pertanto le aziende che hanno un margine di manovra finanziario aumenteranno i salari, altre non saranno in grado di farlo. Dopo due anni di pandemia di Covid-19, le riserve di alcune società sono prosciugate e devono essere ricostituite.
Nelle ultime settimane, i sindacati hanno chiesto aumenti salariali di diversi punti percentuali per compensare la perdita di potere d'acquisto dovuta all'inflazione. All'inizio di giugno, il "ministro" dell'economia Guy Parmelin ha sottolineato che le parti sociali hanno un ruolo da svolgere di fronte all'aumento dei prezzi dell'energia dovuto alla guerra in Ucraina, in particolare negoziando gli stipendi.
Il presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori è pessimista sulla situazione economica. Si aspetta un «chiaro rallentamento» entro la fine dell'anno. Il morale delle imprese è crollato e alcune frenano: «Le aziende a volte rifiutano commesse se queste implicano il reclutamento di personale».