Sempre più giovani sognano di comprare un immobile, ma in pochi ci riescono a causa dei criteri di finanziamento
BERNA - Abitare nelle aree rurali continua a essere l’opzione preferita dalla popolazione svizzera. Il 90% delle persone che vive in campagna vuole rimanervi. E ancora una volta, la casa unifamiliare si conferma l’abitazione ideale in assoluto, soprattutto tra gli intervistati più giovani. Questi dati emergono dallo studio sull’abitazione ideale 2022 condotto da MoneyPark, alaCasa ed Helvetia. Anno dopo anno, lo studio esamina nel dettaglio i sogni della popolazione svizzera in materia di abitazione.
Quasi la metà degli intervistati sogna di possedere un’abitazione di proprietà. Un sogno che in molti casi non si realizza, a causa della scarsità di offerta o finanziamento. Non sorprende quindi che i criteri di finanziamento suscitino un certo disappunto nella popolazione. Chi vive in campagna si ritiene tuttora soddisfatto e chi possiede già un’abitazione di proprietà lo è ancora di più. Questi i risultati completi dell'indagine.
Tutti sognano la casetta unifamiliare, soprattutto i giovani
La casa unifamiliare si rivela ancora una volta il sogno numero uno in Svizzera in materia di abitazione e il valore più elevato, 64%, si riscontra nella fascia di età compresa tra i 25 e i 30 anni. La campagna riscuote grande successo. Le aree rurali si confermano l’area preferita anche quest’anno con il 48% di preferenze. Il 90% delle persone che vive in campagna vuole rimanervi anche in futuro.
Per le persone che abitano in città la situazione è diversa: solo il 65% degli intervistati ritiene di vivere attualmente nel proprio luogo preferito. I motivi finanziari sono indicati come la causa più frequente (40%) che ostacola un eventuale trasferimento. Il tragitto casa-lavoro rimane il secondo principale ostacolo, nonostante l’aumento del lavoro in home office.
I costi e la disponibilità di spazio esterno sono fattori dominanti per la scelta dell’abitazione, mentre l’home office cade in secondo piano
Il criterio più importante nella scelta di un appartamento o di una casa è rappresentato dai costi abitativi, seguiti dalla disponibilità di spazio esterno. I nuovi criteri proposti, quali una stanza separata per l’home office o fattori ecologici, sono indicati raramente come elementi decisivi, tuttavia vengono considerati quantomeno importanti da circa la metà degli intervistati. La possibilità di ricaricare le auto elettriche, la disponibilità di servizi o gli arredi di lusso influiscono in misura minima sulla scelta dell’abitazione.
In termini di ubicazione, l’immobile da sogno deve trovarsi in una posizione tranquilla (66%) e vicino alla natura (66%). Inoltre, deve essere anche ben collegato con i mezzi pubblici (51%). Rispetto a questi fattori non è cambiato molto in confronto all’anno precedente. Il vicinato è considerato particolarmente importante dal 41% degli intervistati, che si colloca così al quarto posto, guadagnando due posizioni rispetto all’anno precedente. Anche la vicinanza alle strutture mediche conquista una posizione, a scapito della vicinanza alla scuola o all’accudimento dei bambini.
Permane il sogno di un’abitazione di proprietà, che in molti casi non si realizza per mancanza di offerta e finanziamento
Quasi la metà degli intervistati (46%) sogna di acquistare un (ulteriore) immobile. Questo desiderio tra gli intervistati più giovani è aumentato ulteriormente rispetto all’anno precedente. Come in passato, è particolarmente marcato tra gli attuali locatari: il 62% sogna infatti di acquistare un’abitazione di proprietà. Le difficoltà sorgono per la scarsità dell’offerta (58%) e i prezzi elevati (49%). Inoltre, si aggiungono criteri di finanziamento rigorosi, volti a prevenire il surriscaldamento del mercato immobiliare, ma sempre più oggetto di critiche. Il 50% degli intervistati ritiene che i criteri applicati non siano più adeguati alla realtà odierna e afferma che l’acquisto di un immobile dovrebbe essere possibile anche a fronte di un reddito inferiore. «I prezzi degli immobili sono aumentati in modo sproporzionato rispetto ai salari e questo, abbinato alle rigide regole di finanziamento, fa sì che oggi i nuovi acquirenti possono permettersi la loro prima proprietà all’età di 44 anni. Alle famiglie e alle coppie più giovani viene quindi negata la proprietà abitativa, tra l’altro anche per ragioni dettate dal sistema», afferma Martin Tschopp, CEO di MoneyPark.
Chi vive in campagna è soddisfatto, chi è proprietario della sua abitazione ancora di più
La felicità è possedere già un immobile. Due terzi dei proprietari si dichiarano molto soddisfatti, mentre solo un terzo dei locatari afferma lo stesso. La soddisfazione è legata ai costi abitativi: due terzi dei proprietari spendono meno del 20% del loro reddito per l’alloggio, mentre questo vale solo per un terzo degli inquilini. La valutazione mostra anche che chi abita in campagna è nettamente più soddisfatto della propria situazione abitativa attuale (il 58% è molto soddisfatto) rispetto a chi abita negli agglomerati e nelle città (rispettivamente il 45% e il 41%). Inoltre, il dato relativo alla soddisfazione è notevolmente più elevato nella Svizzera tedesca (53%) rispetto alla Svizzera romanda (40%), con valori massimi nella Svizzera orientale (61%) e valori minimi nella regione del lago Lemano (39%).
Più alta la soddisfazione, minore il desiderio di vendere
Chi possiede una propria abitazione, non sente la necessità di cambiare. Solo il 3% dei proprietari intervistati vorrebbe vendere il proprio immobile nei prossimi tre anni. Un ulteriore 15% pianifica di vendere in un periodo compreso tra quattro e otto anni. Uno sguardo alle fasce d’età mostra che in particolare i proprietari di età inferiore ai 40 anni (24%) e i pensionati (23%) hanno intenzione di vendere. Il motivo primario che si contrappone alla vendita è la soddisfazione per l’attuale situazione abitativa (73%). Anche il desiderio di lasciare l’abitazione di proprietà a familiari o parenti (31%), il legame affettivo (30%) e l’ipotesi che il valore dell’immobile sia destinato a crescere (16%) fanno sì che gli intervistati rinuncino a vendere.
Più di un terzo degli intervistati (37%) darebbe in affitto un immobile ereditato e quasi un terzo (29%) vi si trasferirebbe a vivere. Poco meno di un quinto (19%) deciderebbe di venderlo. «Anche tra i privati è risaputo che il settore immobiliare offre opportunità di investimento interessanti. Il fatto che le proprietà ereditate spesso vengano affittate e non vendute porta a un’ulteriore carenza nell’offerta di abitazioni», afferma il Dr. Roman H. Bolliger, CEO di alaCasa.ch.
Una persona su due ha investito in modo consistente nella propria abitazione negli ultimi due anni
Dall’insorgere della pandemia di coronavirus all’inizio del 2020, quasi la metà dei proprietari intervistati (47%) ha investito più di CHF 10 000 nell’abitazione di proprietà. Un investimento su cinque (20%) è subordinato alla pandemia. Gli investimenti sono stati effettuati perché l’abitazione di proprietà ha acquisito una maggiore importanza, oppure perché le restrizioni imposte per il coronavirus hanno permesso di risparmiare e investire nella propria casa. Gli investimenti realizzati e quelli pianificati dimostrano chiaramente che lo spazio esterno privato è diventato fondamentale: in nessun altro ambito si è investito tanto quanto nel proprio giardino o spazio esterno (32%). Il bagno (28%) e la cucina (27%) occupano il secondo e il terzo posto, seguiti a ruota dai lavori di tinteggiatura e intonacatura (26%) e da nuove pavimentazioni (25%). E non è tutto: il 54% dei proprietari prevede di investire in modo sostanziale nella propria casa nei prossimi tre anni. L’importanza della pandemia diminuisce: rappresenta infatti un fattore decisivo per gli investimenti pianificati solo nel 7% dei casi. Al contempo si registra un forte aumento, dal 9 al 17%, per quanto riguardi gli impianti solari. Anche stazioni di ricarica per auto elettriche, ristrutturazioni delle facciate, nuovi serramenti e porte, investimenti nei sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento vengono pianificati con una frequenza sempre maggiore.
«Gli investimenti nella propria casa sono un ottimo esempio per capire perché è così importante avere una visione globale di quella che è la relazione tra abitazione di proprietà, assicurazioni e previdenza. Un investimento può aumentare il valore di un immobile o semplicemente essere motivo di soddisfazione. Nel caso di lavori finalizzati al mantenimento del valore, è inoltre possibile beneficiare di vantaggi fiscali, poiché queste spese sono deducibili. In ogni caso, l’importo investito non è più disponibile in contanti. Di questo occorre tenere conto, ad esempio, in vista del pensionamento. E naturalmente, dopo ogni investimento importante, che si tratti di un impianto fotovoltaico o di un nuovo gazebo, consigliamo di analizzare nuovamente la situazione assicurativa», afferma Ralph Jeitziner,
Responsabile Distribuzione Svizzera, Helvetia Assicurazioni.
Le ipoteche verdi sono ritenute interessanti, tuttavia le conoscenze in materia sono limitate
Resta da vedere se la tanto discussa dipendenza dai combustibili fossili porterà a un ulteriore aumento degli investimenti in provvedimenti di efficienza energetica. Oggi, solo il 7% dei proprietari intervistati beneficia di un’ipoteca verde o di una corrispondente riduzione degli interessi ipotecari. Quasi un quinto dei proprietari intervistati (18%) non sa se la propria casa soddisfi i criteri per l’ipoteca verde. Solo l’11% dichiara che il proprio immobile rispetta i necessari requisiti. Tra loro, e tutti coloro che hanno già stipulato un’ipoteca verde, il 63% sceglierebbe (di nuovo) un’ipoteca verde in caso di proroga.
Informazioni sullo studio sull’abitazione ideale
Lo studio sull’abitazione ideale condotto da MoneyPark, alaCasa ed Helvetia Assicurazioni è la più ampia ricerca indipendente sulla soddisfazione e sui desideri della popolazione svizzera in relazione alla propria situazione abitativa. Dal 2015, una volta l’anno lo studio cerca di capire quali siano i reali sogni degli svizzeri in materia di abitazione. Nel febbraio 2022 sono state intervistate 1001 persone residenti in Svizzera tramite un sondaggio rappresentativo online.