Il marchio svizzero ha deciso di seguire l'esempio dei concorrenti Hublot e Tag Heuer, non mancano però i rischi.
GINEVRA - Seguendo le orme dei concorrenti Hublot e Tag Heuer anche il marchio svizzero Breitling ha recentemente annunciato la possibilità di acquistare i suoi orologi in bitcoin. Diversi operatori elvetici del ramo cercano di cavalcare l'ondata del ringiovanimento nel campo dei beni di lusso e hanno deciso di differenziarsi offrendo questo metodo di pagamento.
Una svolta al marchio - «Se la domanda è sufficientemente elevata e lo sforzo può essere giustificato, questa offerta può essere interessante», spiega all'agenzia Awp Patrik Schwendimann, analista della Banca cantonale di Zurigo (ZKB). In termini di marketing il nuovo approccio può dare una svolta al marchio.
«È un modo per offrire un'altra forma di esperienza e raggiungere i clienti che fanno parte di questo universo», osserva Ricardo Guadalupe, Ceo di Hublot, sottolineando che dopo i NFT (token non fungibili) «l'accettazione delle criptovalute era un seguito logico e complementare».
«Abbiamo seguito molto da vicino lo sviluppo delle criptovalute fin dai primi giorni del bitcoin», ha dichiarato in maggio Frédéric Arnault, il suo omologo di Tag Heuer, riferendosi a «una tecnologia che trasformerà in profondità il nostro settore e molti altri».
Le due case orologiere controllate da LVMH stanno collaborando con BitPay per offrire questo nuovo metodo di pagamento. Attualmente esso può essere utilizzato solo da clienti residenti negli Stati Uniti e per un importo massimo di 30'000 dollari per Hublot e di 10'000 dollari per Tag Heuer.
A fine giugno BitPay aveva segnalato su Twitter che anche Breitling aveva optato per i suoi servizi, offrendo ai suoi clienti la possibilità di acquistare i prodotti in criptovalute, tra cui bitcoin ed ether, oltre che con cinque stablecoin (valute digitali sostenute da attivi). Alla richiesta di ulteriori dettagli da parte di Awp, la casa orologiera con sede a Soletta non ha però risposto.
I rischi - Una delle principali preoccupazioni per le società che accettano pagamenti in criptovalute è far fronte all'estrema volatilità dei liquidi in questione. «Per il momento le valute devono essere scambiate il più rapidamente possibile con denaro reale, altrimenti rischiano di perdere il loro valore», puntualizza Schwendimann, sottolineando che non è nell'interesse di un'azienda di beni di lusso speculare su una divisa.
L'altra preoccupazione è il rischio di riciclaggio di denaro associato alle transazioni in criptovaluta. «Utilizziamo standard molto rigorosi per autenticare ogni pagamento», dice Guadalupe, aggiungendo che la piattaforma BitPay utilizza processi per verificare l'identità dei clienti e limitare così i rischi.
Altri marchi sono più prudenti - Mentre alcuni marchi di orologi hanno deciso di imbarcarsi nell'avventura delle criptovalute, altri sono più reticenti. Questo è particolarmente vero per il gruppo Swatch, per il quale "semplicemente" le valute virtuali non sono accettate come mezzo di pagamento, "qualunque esse siano", secondo un portavoce. Lo stesso vale per Audemars Piguet, che «in questa fase non ha nulla da dichiarare su questo argomento».
Il gruppo Richemont - che annovera nel suo portafoglio i marchi Piaget, Vacheron Constantin, Roger Dubuis e IWC - è stato contattato ma non ha rilasciato commenti. Questo non sorprende troppo l'esperto della ZKB. «La tecnologia blockchain è interessante, ma non è detto che le criptovalute di oggi prevalgano nel lungo periodo», conclude Schwendimann.