Il trend ha interessato in particolare le vendite verso il mercato nordamericano
In crescita invece l'export verso l'Asia
BERNA - L'economia svizzera a luglio ha venduto meno beni all'estero rispetto al mese precedente, un trend che ha interessato quasi tutti i settori. A rivelarlo sono le cifre divulgate oggi dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), secondo cui pure le importazioni hanno subito un calo.
Nel mese di luglio il valore delle esportazioni ha raggiunto i 21,57 miliardi di franchi, si legge in un comunicato dell'UDSC. Ciò corrisponde a una diminuzione del 4,3% nel confronto con giugno. In termini reali, ossia corretto per l'inflazione, il ribasso è stato del 2,9%. Si tratta del primo passo indietro in tre mesi.
Tranne un paio di eccezioni, tra cui l'industria orologiera (+1,7%), ogni settore ha accusato una contrazione. A calare maggiormente sono state le esportazioni di prodotti chimici e farmaceutici (-724 milioni, -6,3%), comunque sempre soggette a grandi fluttuazioni. Flessione, dopo tre aumenti mensili consecutivi, pure per quelle di macchine ed elettronica (-276 milioni, -9,6%).
A livello geografico, si evince poi dai dati dell'UDSC, ad essere cresciuto è solo l'export verso l'Asia (+6,5%). In decremento invece le vendite in direzione dei due altri principali mercati: brusca la frenata (-16,9%) per quello nordamericano, meno accentuata quella dell'Europa (-2,5%).
La stessa sorte è toccata lo scorso mese anche alle importazioni, scese del 4,2% a 19,15 miliardi (termini reali: -3,4%). La tendenza al ribasso non ha risparmiato alcun settore, indica l'ufficio federale competente.
Di conseguenza, la bilancia commerciale ha segnato un'eccedenza di 2,42 miliardi di franchi, dopo i 2,53 miliardi di giugno.